Viola, mancano gol e cattiveria. E intanto salgono a quattro i punti persi. Beltran, perché solo 15 minuti?

Editoriale a cura di Stefano Borgi

Come diceva mia nonna: “i se e i ma sono il patrimonio dei bischeri”. A riguardo esiste una vasta letteratura: “dei se e dei ma son piene le fosse, coi se e coi ma non si va da nessuna parte”, etc, etc. Noi ci teniamo la prima, ed effettivamente nel pareggiare le due partite con Lecce e Frosinone un pò bischeri ci siamo sentiti. Entrambi avversari nettamente inferiori, entrambe le volte in vantaggio e poi rimontati (con i salentini il vantaggio era addirittura doppio), in entrambi i casi il pareggio è arrivato dopo un primo tempo letteralmente dominato. Ricordate? Correva il 27 agosto, reti di Nico Gonzales e Duncan, col ghanese che a fine primo tempo sbaglia un gol già fatto colpendo il palo a Falcone battuto. Nella ripresa cambia tutto, Fiorentina spenta, arruffata, superficiale… Fiorentina-Lecce finisce 2-2. Oggi 28 settembre, esattamente un mese dopo, allo Stirpe si replica: ancora Nico in gol, poi Sottil, N’Zola (più volte), Duncan, col pallone che non ne vuol sapere di entrare. Comincia il secondo tempo e la Fiorentina rimane negli spogliatoi: un timido tiro di Mikenkovic su punizione dal limite e poi… solo Frosinone. Non che Terracciano abbia dovuto far miracoli, ma non si è mai avuta la sensazione che la Fiorentina potesse vincere la partita. A questo punto ci chiediamo: perché? Perché la Fiorentina non chiude le partite? Perché i suoi attaccanti (Nico escluso) non hanno ancora segnato? Perché (nello specifico) Sottil scivola e non la passa al libero N’Zola, perché lo stesso N’Zola cincischia facendosi antipare, perché Duncan non prende almeno la porta (tiro alto) sull’unico assist buino di Sottil? Perché, perché,  perché? Perché, parafrasando Don Abbondio, la cattiveria, il cinismo, il killer istinct, o ce l’hai o non ce l’hai. Uno non se lo può dare. E probabilmente non aiuta neppure il modo di giocare di Italiano, sempre alla ricerca del fraseggio, del possesso palla, che non favorisce la concretezza, il puntare dritto per dritto, che obbliga le punte ad un gran lavoro di raccordo togliendo loro lucidità al momento del tiro in porta. Qualcuno potrà dire: con Vlahovic non succedeva… noi rispondiamo grazia, graziella, e tutto ciò che ne consegue. Nel calcio, come nella vita, ci sono le categorie, ed il serbo (piaccia o no) è di un’altra categoria. Altro fattore da analizzare, il calo fisico e mentale che prende la squadra dopo aver sprecato occasioni a ripetizione. Mancanza di carattere, di esperienza? Possibile, magari anche in panchina. Magari anche Italiano, nell’intervallo, non sa toccare le corde giuste. A differenza degli allenatori avversari. Fatto sta che stasera, con i 4 punti sopracitati saremmo primi in classifica, ma lo abbiamo detto: con i se e con i ma… 


A proposito di gol, il signor Italiano ci dovrebbe spiegare i miseri 15 minuti concessi a Luca Beltran. Ok il primo tempo, la squadra girava e squadra che vince non si cambia. Ancora ok la necessità di dare minuti a N’Zola, in ritardo di condizione, e comunque in leggero progresso rispetto alle precedenti uscite. Ma nel secondo è apparso subito evidente il calo psico fisico generale, il Frosinone saliva, la Fiorentina non ripartiva più, N’Zola non teneva un pallone, cosa ci facevano 25 milioni in panchina? Ad osservare passivamente il prevedibile pareggio ed un finale di partita anonimo e deludente? Perché Beltran è entrato a soli 10 minuti dalla fine (15 col recupero)? Si potrebbe poi discutere del fatto di non aver provato le due punte, ma le partite si possono pure perdere e allora (forse) va bene così, ma una mezz’ora a Beltran ci pareva il minimo sindacale. E invece… Comunque bene Parisi a dx (meno sul pareggio di Soule’, ma era già tornato a sx), bene Duncan, maluccio Arthur e Bonaventura. E se in questa squadra non gira Bonaventura…

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