Rui Patricio 5,5 – Un suo difetto di comunicazione con Ndicka spalanca la porta a Cuni, impreciso per loro fortuna. Il lavoro di serata per lui, se si esclude qualche conclusione da ordinaria amministrazione, termina lì. Finisce bene, ha aiutato solo la scarsa mira ospite.
Mancini 6,5 – Distratto a inizio match, il bel tracciante con cui costruisce l’azione del vantaggio giallorosso gli fa guadagnare punti. Il calo complessivo del Frosinone sul lungo andare, poi, gli agevola il resto di serata: per lunghi tratti ha poco lavoro da svolgere.
Cristante 6,5 – Ormai ha interpretato il ruolo di difensore centrale diverse volte, ma per chi se lo ricorda da ragazzino, centrocampista di qualità tendente alla trequarti, sarà impossibile non sottolineare la capacità di adattamento. Specialmente in serate come questa.
Ndicka 5,5 – Quando Cuni scatta per sfuggirgli alle spalle, sono generalmente problemi. Una di queste volte, per poco, non viene fuori il gol del Frosinone. L’episodio si ripete altre volte, anche nella ripresa: alla fine non arriverà nessun danno, ma è apparso ancora insicuro.
Karsdorp 6 – In campionato non era titolare da quasi otto mesi, si nota della ruggine nonostante fosse già rientrato dal 1’ con lo Sheriff in Europa. Comincia con il braccino come tanti altri, ma nel complesso si può dire che la sua prestazione sia sufficiente. Dal 70’ Kristensen 6 – Più intraprendente dell’olandese nell’interpretare il ruolo, attacca con costanza e si propone anche all’interno dell’area di rigore. Quando arriva il 2-0, arretra il suo raggio d’azione.
Bove 6 – Comincia male, perdendo dei palloni in uscita che suonavano come campanelli d’allarme per la sua serata. Riesce invece a crescere di tono assieme a buona parte del resto della squadra, dopo l’intervallo in particolare. E soprattutto corre per due, almeno.
Paredes 6 – Nel primo tempo corre a giri troppo bassi, apparendo in alcune situazioni lento e fuori forma. Quando il ritmo del Frosinone, specie in fase di pressione, accenna a calare, ecco che riesce a prendersi un po’ meglio il centro della scena. Può dare di più.
Spinazzola 6 – Si propone meno del solito e non sembra nemmeno troppo intenzionato ad affondare nei soliti dribbling. Il motivo, probabilmente, si chiama Soule, da lui seguito come un’ombra soprattutto quando il Frosinone passa con il 4-3-3. Sufficienza con riserva.
Dybala 7 – Sembrava poter riposare, in questo momento però è un lusso che Mourinho non può permettersi. Tant’è vero che c’è il suo zampino nel gol di Lukaku prima e, in maniera ben più marcata, sul raddoppio di Pellegrini poi. Quindi può riposarsi, giusto qualche minuto. Dal 91’ Azmoun sv.
Pellegrini 7 – Buon movimento tra le linee nella seconda metà del primo tempo, da una sua discesa nasce una delle occasioni da gol più concrete di Lukaku. Stava per uscire, Mou lo tiene dentro quel tanto che basta per raccogliere e spedire in rete l’assist di Dybala. Dall’85’ Aouar sv.
Lukaku 7 – Big Rom alla conquista della Capitale, una storia d’amore sportivo che sta provando a nascere. Perché sbocci l’amore ci vuole una squadra più vincente, lui mette una prima pietra con l’1-0, la terza per lui in questa Serie A. Il suo peso nell’economia giallorossa cresce.
Jose Mourinho 6,5 – A caccia della svolta per uscire dalla crisi, per questo non può permettersi di far riposare Dybala. Proprio l’argentino tocca per Lukaku, che scarica in porta il pallone del vantaggio e il nervosismo accumulato negli ultimi giorni da un ambiente piuttosto teso. Con esso si scioglie anche la squadra, che prende meglio in mano le redini del match. Le sofferenze si fanno rare, arriva anche il raddoppio. Dopo la batosta del Ferraris era un esame complicato, ha messo in campo una Roma nel segno dell’equilibrio e capace di soffrire quasi zero, se non qualcosa in apertura.
Fonte: TMW
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