Zlatan Ibrahimovic e il proseguo della sua avventura in Italia dopo gli anni alla Juventus. L’ex centravanti svedese ne ha parlato quest’oggi dal palco del ‘Festival dello Sport’ organizzato a Trento dalla ‘Gazzetta dello Sport’: “Dopo la Juve ero più vicino al Milan ma parlavo anche con l’Inter. Il Milan doveva aspettare però di passare il preliminare di Champions League. L’Inter capì la situazione e arrivò prima”.
Poi su Balotelli: “Quando un ragazzino ha la possibilità di sfruttare il suo talento per creare il futuro e perde le occasioni è un peccato. Balotelli ne ha avute tante e le ha perse tutte. Questa è la verità. Rafael Leao non è Balotelli, quel colpo di tacco sbagliato qualche partita fa è una roba geniale. Se segna così sei un genio. E quella cosa fa capire perché Leao è lì e Balotelli ed in tribuna”.
Ancora sulla sua carriera in nerazzurro e non solo: “Con l’Inter segnai di tacco, in tutti i modi. Mi sentivo completo, forte, anche se sapevo di non aver raggiunto ancora il top. Mancini mi diede fiducia e responsabilità, mentre quando arrivò Mourinho la situazione cambiò. Quella squadra, come la mia Juventus, aveva il potenziale per vincere la Champions League. Prima del mio arrivo l’Inter non vinceva lo scudetto da 17 anni, sono rimasto nella storia del club per questo. Dopo andai al Barcellona, ho vinto anche lì dei trofei che non avevo mai vinto prima. Era un sogno andare in quella squadra perché era la più forte in assoluto, la più forte del Mondo. Ero carico e volevo crescere ancora di più per affrontare nuove sfide che potessero essere un test ulteriore anche per me stesso. Volevo mettere alla prova la mia qualità per vedere quale era la mia forza. I primi sei mesi andarono bene, nei successivi meno. Ma da qualcosa di negativo esce sempre qualcosa di buono. In campo le cose non sono andate bene però sono cresciuto e migliorato mentalmente. Della semifinale contro l’Inter ricordo una sfida tosta: a Milano perdemmo 3-1, ma ci fosse stato il VAR chissà come sarebbe finita. In casa vincemmo 1-0 ma non bastò. Il calcio però è così, tutti si aspettavano che avremmo vinto facile ed invece abbiamo perso. La Champions League speravo di poterla vincere con il Barcellona perché era una squadra troppo forte, troppo dominante. Era l’occasione giusta”.
Fonte: Tuttomercatoweb.
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