Scrive Sportmediaset, fari sono accesi anche sul rapporto tra Tonali e Fagioli: secondo quanto scrive La Repubblica, l’ex Cremonese avrebbe ammesso agli inquirenti che a fargli scaricare l’app incriminata sarebbe stato proprio il collega di nazionale. A inguaiare Sandro quindi sarebbe stato lo stesso juventino, che ha consegnato il cellulare alla Procura ed è stato sentito da Chinè. Quest’ultimo ascolterà al più presto pure lo stesso Tonali: lui si è pentito, ma gli inquirenti si aspettano che la versione fornita alle autorità sia la medesima che si riscontrerà dalle indagini in corso su cellulare e tablet sequestrati.
Fattore non da poco per far si che l’ex Milan, se tutto dovesse combaciare abbia la pena scontata del 50%. Sempre che non si scopra che abbia puntato denari anche sulle partite del proprio club: così il quadro andrebbe a peggiorare in maniera drammatica. E soprattutto sarebbe scontata la stangata da parte dei tribunali. Il primo passo sarà attendere i risultati degli esami effettuati sui dispositivi per procedere: serviranno un paio di mesi. In caso di patteggiamento, cosa assai probabile, anche a Tonali potrebbe essere chiesto di recarsi nelle comunità che ospitano chi è dipendente dal gioco.
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