Scrive Gazzetta, Nicolò Zaniolo vede sempre più la luce dopo il buio di Coverciano, il giorno in cui l’avviso di garanzia firmato dai pm di Torino aveva portato al suo allontanamento dal ritiro azzurro. Era il 12 ottobre. A distanza di 20 giorni, la scena è completamente diversa. Ormai dal punto di vista sportivo, Zaniolo è un giocatore abile e arruolato senza se e senza ma, non c’è nessun fascicolo aperto presso la procura federale. Dal punto di vista penale, potrebbe risolversi tutto presto in una sanzione di poche migliaia di euro sul fronte torinese: la responsabilità di Zaniolo è quella di aver giocato a blackjack e poker su piattaforme illegali, un’ammissione ormai consolidata anche se con la parola “saltuariamente”, una circostanza che comunque per la giustizia sportiva non è reato. Il confine è quello di aver giocato su partite di calcio, come hanno fatto Fagioli e Tonali, che hanno scelto poi la strada delle ammissioni e del patteggiamento con relative squalifiche.
Ovviamente l’indagine torinese è ancora in corso e non si possono escludere nuovi colpi di scena. Dai pm non filtra nulla. Ma al momento attuale non ci sarebbero indizi investigativi tali da immaginare un cambio di scena che smentisca quella attuale e la sintesi con cui i legali di Zaniolo hanno raccontato l’interrogatorio del loro assistito dicendo che «non è emerso alcun indizio a suo carico sull’ipotesi di scommesse sul calcio». In ogni caso gli atti di Torino, questa sembra essere la linea, potranno essere inviati in Federcalcio solo a indagini chiuse. Mentre proprio ieri si è appreso che ci sarà un coordinamento fra i pm di Torino e quelli di Milano che indagano sulle denunce per diffamazione presentate dai calciatori citati da Fabrizio Corona
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