di Stefano Borgi
Diciamola tutta: se veniva fuori un pareggio era il risultato più giusto. Terracciano migliore in campo (insieme a Bonaventura e Duncan), un gol annullato per fuorigioco (al Bologna), un rigore invalidato per fuorigioco (ancora al Bologna). In più il possesso palla a favore dei rossoblu’ ed una preponderanza fisica abbastanza evidente. Se però vogliamo dircela altrettanto tutta il Bologna veniva da 10 giorni di riposo (ultima l’1-0 contro la Lazio del 3 novembre), senza turno infrasettimanale, senza calciatori assenti. Se si eccettua lo svedese Karllson, non certo un pilastro della squadra. Di contro una Fiorentina priva della fascia destra (Dodo’ e Kayode lungodegenti), senza centravanti di ruolo (Beltran ancora infortunato e N’Zola come se non ci fosse), con appena 18 ore di tempo (Italiano dixit) per preparare la partita. Menomale che Bonaventura c’è, che Nico c’è (in questa infallibilita’ dal dischetto non vi ricorda il Baggio viola di fine anni ’80?), che Duncan c’è. E stasera c’è stato anche Terracciano. Insomma, dicendocela proproo tutta fino in fondo, la partita tra Fiorentina e Bologna alla vigilia appariva un confronto impari, soprattutto dal punto di vista fisico. Ed invece la squadra di Italiano l’ha vinta col cuore e con la testa, grazie ad un insolito cinismo (partita brutta), pensando più a difendere che attaccare (sporca), non lesinando qualche “stecca” terapeutica (cattiva), tanto da far dire ad Italiano che, se contro Empoli, Lazio e Juventus avessimo giocato così, il risultato sarebbe stato diverso. E poi hanno giocato tutti per noi: le romane che nel derby hanno pareggiato, il Milan che si fa rimontare a Lecce, l’Atalanta che acciuffa un misero punticino a Udine nel tempo di recupero, il Torino che frena a Monza. Oltre al Bologna… ca va sans dire. Insomma, la Fiorentina stasera è quinta in classifica: per chi si illude a due punti dalla Champions, per chi ci crede in piena zona Europa League, per chi è più realista del re a più 8 dalla zona retrocessione. Noi non ci illudiamo, però ci crediamo. Eccome se ci crediamo.
Dimenticavamo la Dea Bendata: subire il gol nel recupero del primo tempo sarebbe stato un dramma. Sportivo ma sempre di dramma si tratta. Beneficiare di un rigore (a favore) dopo un minuto della ripresa, è stata una botta di c…. di fortuna non indifferente. Per questo, stavolta (ma anche in Serbia), non ci possiamo lamentare. A proposito di fortuna, altra prova a dir poco deludente di N’Zola che (va detto) la fortuna manco se la cerca. La sostituzione di stasera dopo appena 45′ sa di una bocciatura definitiva, quantomeno di una sospensione a tempo indeterminato, in attesa del miglior Beltran.
Ultima considerazione: avevate mai visto la Fiorentina di Italiano andare sotto nel possesso palla? Avevate mai visto Italiano pressare, certo, ma per lunghi tratti aspettare l’avversario nella propria metà campo? Avevate mai visto, sempre Italiano, finire la partita con cinque difensori puri (Comuzzo, Ranieri, Mina, Milenkovic e Quarta)? Noi no, ed allora ci appaiono significative le parole di Jack Bonaventura che ha detto: “non si puo sempre dominare, si può essere furbi e lottatori”, un pò come l’anno scorso (proprio dopo il Bologna in casa, sconfitta per 2-1) quando disse: “giocando con questo modulo siamo troppo prevedibili, così non si va da nessuna parte”. Messaggi? Consigli? Avvertimenti? Forse pizzini mediatici? L’anno scorso ha funzionato (passaggio immediato al 4-2-3-1 con avanzamento sulla tre quarti proprio di Bonaventura), stavolta chissà…
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