Scrive TMW, il general manager della Roma Tiago Pinto ha parlato anche della seconda squadra e dei limiti collegati alla sua creazione, almeno secondo il suo punto di vista, soffermandosi principalmente sulla questione cessioni su cui la società giallorossa ha dovuto lavorare particolarmente nelle ultime stagioni: “Il settore giovanile della Roma ha sempre prodotto tanti giocatori, ma farne esordire così tanti come abbiamo fatto non era scontato. Il ruolo dell’allenatore su questo aspetto è importante perché se poi non hai Mourinho che gli apre le porte diventa inutile. Negli ultimi tre anni abbiamo fatto esordire 19 giocatori, creato ricavi con la cessione dei giovani. E lì c’è tanto della direzione sportiva, ma anche dell’allenatore e del suo staff. Io vengo da una realtà, il Benfica, dove la squadra B è importante.
I miei dubbi in Italia però sono diversi e sul regolamento che abbiamo oggi. Poi vanno spesi tanti soldi per creare quella squadra. Poi ho dubbi che possa venire in Serie B e infine ho paura che una squadra B mi serva per posticipare l’uscita dei giocatori: quando sono arrivato avevamo tipo 40 giocatori sotto contratto in uscita, la nostra strategia è stata cercare il percorso giusto per quei giocatori e in questo ci ha aiutato Mauro Leo. E’ un ragionamento che stiamo facendo, ma in questo contesto italiano non sono ancora convinto che la squadra B possa essere importante”.
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