Un Gianluigi Buffon senza filtri, e con le idee ben chiare, tra i protagonisti a Palazzo Montecitorio in occasione del Premio 100 Eccellenze Italiane 2023. Una illustre premiazione dedicata ai migliori protagonisti del Bel Paese nelle varie categorie a cui “SuperGigi” ha partecipato. La conduttrice dell’evento di giovedì sera (30 novembre) alla Sede Camera Deputati Alda D’Eusanio ha fatto una domanda a Buffon, chiedendogli il suo giudizio sull’attuale caso Calcioscommesse. “Questi giovani spesso sono grandi calciatori, sono famosi, sono ricchi, sono sani. Ma al tempo stesso sono a volte investiti dalla ludopatia, insomma si mettono a giocare. Perché secondo lei Gigi Buffon capita questo? Ecco la risposta pronta da parte di Gigi.
“Questa è una tematica secondo me delicata – afferma Gigi – Io penso che il calcio sia uno spaccato della società, è anche lo specchio della società. Ciò significa che, se nel calcio capitano certe cose, spesso le ritroviamo riproposte in maniera uguale anche nella società”. “E quindi la contraddizione qual è? – prosegue Buffon – Che spesso e volentieri noi per cultura, nel momento in cui capita un qualcosa tipo la scommessa, il gratta e vinci, quelle cose lì, noi giustamente tendiamo a stigmatizzare immediatamente. Ciò dimenticando però una cosa. Comprarsi il gratta e vinci, fare la scommessa è legale, non è che sia illegale. C’è una regola che lo fa diventare illegale se un giocatore di calcio scommette su una partita di calcio“.
Buffon conclude sul calcioscommesse: “Per cui spesso e volentieri noi tendiamo immediatamente a buttare in prima pagina una persona, lo sportivo di turno, infangarlo e ‘sputtanarlo’ per così dire. Lo posso dire perché io l’ho provato in prima persona. Prima ancora di verificare se questo ha commesso un qualcosa di illegale. Mi capitò anche a me una quindicina di anni fa (stupita Alda D’Eusanio che a quanto pare non si ricordava questo piccolo dettaglio calcistico, ndr). Mentre invece chiaramente viene stimolato spesso e volentieri un determinato comportamento in tal senso: sì, perché in qualsiasi tipologia di prepartita o match, o comunque quando vai allo stadio, c’è ogni tipo di pubblicità di o su siti che stimolano appunto la scommessa o la ludopatia… Quindi c’è questo tipo di contraddizione che non sappiamo gestire”.
“Credo io che il gioco sia una parte bellissima della vita. E vada difeso perché secondo me è come nella vita. E’ giusto fare sacrifici, c’è il sudore, c’è la fatica. Però anche il gioco secondo me può essere una parte bella. Ognuno secondo me decide di divertirsi come vuole, c’è chi compra una Ferrari, chi vuole andare sulla luna. Chi vuole fare una scommessa, chi compra un gratta e vinci. Se rimane un qualcosa che non condiziona la tua vita… Un qualcosa che ti fa vivere serenamente e fai saltuariamente per me non è una cosa per forza da stigmatizzare. Se c’è un eccesso oppure non rispetti delle regole allora è giusto che uno paghi“.
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