Il Frosinone incanta ancora, “i ragazzi terribili” allenati da Di Francesco continuano a stupire

Articolo a cura di Mattia Ruggieri

Inquadrata a inizio anno come una delle vittime sacrificali del nostro campionato, il Frosinone sta stupendo tutti, inallenando una serie di risultati e prestazioni a dir poco convincenti.

Con la media di 24.8 anni la squadra gialloblù è la terza rosa più giovane della Serie A dietro solamente a Udinese con la media di 24 anni e del Lecce 23. La fame e la voglia di emergere di questi ragazzi, stanno avendo la meglio sulla cosiddetta esperienza, bramata da molti come necessaria per poter “sopravvivere” alla massima serie.

Forte è la mano del loro condottiero Di Francesco il quale, sta riscattando le ultime stagioni negative, prima al Cagliari e poi al Verona culminate entrambe con l’esonero.Le mura amiche dello stadio Benito Stirpe sono il fortino dei gialloblù, difatti sono ben 5 le vittorie su 8 partite disputate in casa, solamente uno il pareggio con la Fiorentina, mentre l’unica sconfitta risale alla prima giornata di campionato contro il Napoli campione d’Italia per 3 a 1.

Fonte foto: profilo Instagram Soulé

Soulé uno dei protaginisti di questa cavalcata: 6 gol in 13 partite

Uno dei protagonisti di questa cavalcata del Frosinone è senza dubbio Matìas Soulè, talento argentino classe 2003 in prestito secco per questa stagione dalla Juventus. I numeri dell’attaccante gialloblù in questo campionato sono importanti, considerando che sta disputando la prima vera stagione in serie A da protagonista. Nell’annata passata nelle fila bianconere aveva totalizzato solamente 7 presenze condite da un  gol. Quest’anno sono già 6 le marcature impreziosite da un assist in 13 partite.

Soulè è uno dei più grandi funamboli di questa stagione di Serie A , con una percentuale del 54% di dribbling riusciti, secondo solamente a Leao (60%) e Kvaratskhelia (61%). La tecnica, il modo di accarezzare il pallone con la suola, il suo piede mancino e le sue origini , sono tutti ingredienti che infondono in lui un paragone a dir poco ingombrante con uno dei più grandi di sempre Leo Messi. La scelta del suo numero il 18, il primo che ebbe il sette volte pallone d’oro con la nazionale albiceleste, forse Matias pensa e spera che possa essere di buon augurio per la sua carriera e diventare un giorno, uno dei più forti di sempre.

L’autore di questo approfondimento ha svolto il Corso di Alta Formazione in Giornalismo calcistico ed Uffici Stampa presso l’Élite Football Center.

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