Ancora una vittoria sporca, la Fiorentina (ed Italiano) stanno imparando la lezione. Beltran e l’importanza del centravanti

Fonte foto: profilo X Fiorentina

di Stefano Borgi

Un tempo (un paio d’anni fa) si diceva: la Fiorentina gioca bene, crea occasioni, ma non ottiene risultati. E qualche dubbio sovvenne…  Poi si disse: senza Vlahovic, senza Torreira, la Fiorentina non arriverà da nessuna parte. E invece… Infine (più o meno sei mesi or sono) ci fu il momento delle finali perse: la Fiorentina tiene palla, domina il gioco, ma prende le “infilate”. E continua a perdere. Finalmente (sei mesi dopo) Italiano sembra aver capito la lezione: un vantaggio va custodito, protetto, coccolato, togli Barak, metti Mina, passi a tre dietro… ed i viola sono in zona Champions League. Come successe ad Udine, com’è successo negli ultimi minuti col Parma. Risultato: tre vittorie su tre, e la difesa resta ancora una volta inviolata. Insomma… la strada è tracciata, il tempo dei kamikaze è finito, Italiano è diventato un allenatore bravo (quello lo era già), maturo (quello lo è diventato), vincente. E il meglio deve ancora venire… 

Finalino sull’importanza del centravanti. Chi è stato il migliore in campo col Parma? Christensen, il portiere. Chi è stato il migliore in campo col Verona? Terracciano, il portiere. Però, chi ha vinto le due partite, con Parma e Verona? N’Zola (una tantum col Parma), Beltran. Col lo stesso Parma (rigore decisivo), stasera col Monza. Signore e signori Lucas Beltran, di professione centravanti, chiamato (e pagato) per vincere le gare. Questo per dire cosa? Che va bene il portiere, va bene la difesa, vanno bene il centrocampo, i trequartisti, gli esterni… ma alla fine dei conti vince il centravanti. Vinceva Vlahovic, vince N’Zola, vince soprattutto Beltran. Mia nonna diceva: “chi punta vince”, e come darle torto? 

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