Caso Maignan, 40 minuti di colloquio a fine partita. In arrivo il Daspo per 40-50 persone. Questura al lavoro
Il caso di razzismo esploso in seguito agli insulti razzisti a Mike Maignan di sabato sera porterà conseguenze gravi per gli autori delle offese. Al termine della gara, in un ufficio dello stadio, Maignan è stato ascoltato per quaranta minuti dagli inquirenti federali. Il portiere ha denunciato i due episodi di razzismo: il primo verificatosi al 25’ (è uscito dall’area e ha raggiunto Pioli e il quarto uomo) e il secondo intorno alla mezz’ora. Al 33’ Maignan ha chiesto e ottenuto l’interruzione della partita. «Ripetuti cori» li ha definiti il francese, volti a imitare il verso della scimmia, e di durata «di circa 10 secondi». Secondo la percezione del ragazzo, il numero era a dir poco esiguo: «circa 10 persone». Nel settore erano presenti 4600 spettatori, rivela il Corriere dello Sport.
Scrive TMW, il numero dei colpevoli è in realtà più ampio, ma non di molto. L’ispettore avrebbe quantificato la percentuale dei tifosi che hanno intonato i cori nell’1% del settore, cioè tra i 40 e i 50. Pochi per portare alla chiusura di una curva che non ha precedenti recenti. Impeccabile la procedura attivata dall’arbitro Maresca: lo speaker ha fatto il primo annuncio al 29’ e il secondo al 38’ dopo la sospensione momentanea della gara, avvenuta in seguito a un rapido consulto con il responsabile dell’ordine pubblico.
Resta ora la via della giustizia ordinaria. Grazie alle telecamere di uno stadio di ultima generazione, e al supporto del club di casa, la questura di Udine sta individuando i responsabili e a breve emetterà i Daspo per allontanare poco più di 30 persone da tutti gli stadi italiani. Il procuratore capo Massimo Lia riceverà già oggi gli atti e aprirà un fascicolo per perseguire l’ipotesi di reato (articoli 604bis e 604ter del codice penale) legata a discriminazioni razziali, etniche, nazionali e religiose.