Gianluca Pagliuca, ex portiere di Inter e Bologna, tra le altre, e della nazionale italiana, ha parlato, nel corso dell’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport del tema rigoristi e portieri, a seguito dei numerosi errori che si sono susseguiti sui campi di Serie A. Le parole dell’ex portiere azzurro: “A me pare veramente che gli attaccanti ultimamente si siano messi in testa di fare il colpo scenico, di fare un po’ i fenomeni. Sono sempre stato convinto che chi tira i rigori deve tirare forte, una botta, che sia incrociato, mirato, basso, sotto la traversa, vada dove vuole, ma dev’essere la cosiddetta “saracca” una legnata. Anche nell’ultimo turno ho visto tirare delle ciofeche, con poco senso“.
Pagliuca ha proseguito, analizzando come sia cambiato il ruolo del portiere nel neutralizzare i calci di rigore, commentando l’episodio Sommer-Gonzalez: “Il mio era tutto istinto. Una volta c’era meno tecnologia, andavi più a memoria, guardavi negli occhi i rigoristi e poi ti muovevi a intuito e cercavi di indovinare l’angolo. Oggi hai più mezzi, c’è internet, vai a vedere come e dove i rigoristi sono soliti tirare. Insomma, adesso i portieri sono un po’ più avvantaggiati. Il rigore di Nico Gonzalez? Io non capisco questi rigoristi che devono tirare piano per spiazzare il portiere. I rigoristi bravi tirano una botta nell’angolo e lì il portiere può fare ben poco. Io se fossi un allenatore direi semplicemente ai miei giocatori di tirare una bella botta e così tutto diventa più difficile per chi deve parare, tanto se la metti nell’angolo quanto se la tiri forte centrale“.
Ha spiegato, anche, come, nel corso degli anni, sia cambiata l’interpretazione arbitrale, con riferimento all’episodio di Fiorentina–Inter: “Venti anni fa quello non era mai rigore, assolutamente. E’ capitato anche a me di uscire e prendere palla, poi l’attaccante non protestava. Adesso questi sono rigori moderni, come dice José Mourinho. Cose assurde, il rigore deve essere un fallo eclatante“.
Un ultimo commento, in chiusura, sul duello Inter–Juventus, in vista dello scontro diretto: “Sono due squadre che lotteranno fino alla fine, lo scudetto è sicuramente affare loro. L’Inter ha più qualità, come rosa è più forte, però la Juve non molla mai, è una sua caratteristica. Darà filo da torcere sino alla fine, perché ha solo il campionato e la Coppa Italia che leva molte meno energie della Champions. Prevedo una lunga battaglia, spero che vinca l’Inter, ma sarà difficile perché la Juve è affamata e ha voglia di rivalsa“.
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