Con le recenti e convincenti prestazioni, Dusan Vlahovic sembra essere tornato quello di inizio stagione e dei tempi della Fiorentina. Tanto da diventare, per Tuttosport, il rivale numero 1 dell’inarrestabile Lautaro Martinez.
A partire dalla trasferta di Frosinone, dove, entrato nella ripresa aveva firmato il 2-1 a 10 minuti dal termine, l’attaccante bianconero non si è più fermato, realizzando 7 reti e 1 assist in sei partite. Ma soprattutto uscendo finalmente dal tunnel in cui sembrava essere sprofondato lo scorso autunno, quando il gol, anche a causa dei ripetuti problemi fisici, mancava da ben due mesi.
Poi, appunto, la metamorfosi. Oggi Vlahovic è secondo tra i marcatori con 12 reti e tallona Lautaro in tutte le statistiche specifiche per i top attaccanti. Ma cosa ha innescato il cambiamento?
Innanzitutto, il serbo è semplicemente guarito dalla lombalgia, che tanto aveva messo in discussione la sua presenza in campo. Per uscirci, così come per sopportare pressioni e critiche durante la guarigione, ha svolto lavori specifici atletici e tecnici, imparando a prendersi cura del suo corpo in maniera “ronaldiana”, ovvero un po’ più che maniacale, conscio che l’efficienza fisica sia per lui presupposto fondamentale di quella calcistica.
Efficienza calcistica che ha ulteriormente migliorato lavorando sul destro e sulla tecnica, con Allegri e il suo staff ma anche in estate col preparatore personale Uros Domazet. E ha imparato a gestirsi mentalmente, incanalando la sua voglia di vincere e la sua cattiveria agonistica verso l’obiettivo, senza disperderle.
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