Napoli, le parole di De Laurentiis su Spalletti, Garcia, Giuntoli e il mercato

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha parlato questa mattina nel corso di una conferenza stampa. “Quando torneremo dalla Supercoppa vi dirò tutto”, aveva dichiarato ADL il 29 dicembre scorso, dopo lo 0-0 tra il suo Napoli e il Monza ed è per questo che il numero 1 azzurro ha indetto la conferenza, in cui sono state trattate diverse tematiche.

Il patron azzurro esordisce: “Non penso di essere il problema del Napoli. Il De Laurentiis del futuro sarà quello che ha gestito il Napoli per 19 anni, con una non-conoscenza del calcio quando sono arrivato qui e ho avuto l’aiuto di Pierpaolo Marino e altri all’inizio. Però i giocatori più importanti li ho portati io e li ho trattati io. Lo stesso Spalletti non l’ha portato Giuntoli, in quel di gennaio, andai a trovare Spalletti a Milano. Lui non voleva venire, ma gli strappai un ok. Andai avanti fino a giugno, pur subendo l’eliminazione dalla corsa Champions grazie al gol di Faraoni, e arrivò Spalletti. Fece un terzo posto, dovevamo ringraziarlo, gli scrissero che doveva andare via e altre cose irripetibili. Napoli è una città complessa, bisogna avere l’umiltà di ascoltare tutti e poi accontentare“.

Sul mancato colpo Dragusin e la scelta dell’allenatore in estate, ha dichiarato: “Thiago Motta? Era nella lista dei nostri eventuali allenatori, ma in una conversazione a Roma l’anno scorso mi ha detto che puntava ad allenare delle squadre fuori dall’Italia come il Psg. Quando è venuto da me l’agente di Luis Enrique, abbiamo parlato ma ha preferito i parigini. Ci sono dei club più blasonati che hanno una maggiore attrazione. A Dragusin ho offerto più soldi del Tottenham, ma mi disse che aveva un’offerta dal Bayern e ha preferito la Premier, di fronte a questi episodi non si può combattere“.

In merito all’addio di Spalletti e di Kim, ha replicato: “Perchè Spalletti è andato via? Forse ha immaginato che quello che ha fatto, dormendo qui, fosse il massimo. Per uno che non aveva mai vinto in Italia, facendo così esci fuori dalla scena da grande vincitore. È l’unica opzione non malevola che posso dare, se poi lui avesse pregustato di firmare l’accordo per la nazionale con Gravina, queste sono solo illazioni. Mai avrei creduto nella cena del 12 maggio che avesse avanzato l’idea di prendersi un anno sabbatico e riposare. Non siamo in un gioco di società, quando si cerca un nuovo allenatore, bisogna comprendere la sua volontà. Volevo trovare un modo per trattenere Spalletti giuridicamente e amichevolmente. Kim? Si sapeva che sarebbe andato via dopo il primo anno, lo sapevamo quando lo abbiamo contrattualizzato, ma prima che arrivasse al Napoli non lo conosceva nessuno e poi non è solo merito suo se abbiamo vinto lo scudetto”.

Su Giuntoli ha aggiunto: “Quando ho preso Giuntoli, che veniva dalla Serie D, nessuno si è chiesto chi fosse. Lui è cresciuto per otto anni con noi, nascondendomi che fosse uno juventino sfegatato. Se l’avessi saputo, non l’avrei trattenuto. Io gli voglio bene e sarò sempre pronto a dargli una mano, ma certe cose non le tollero“.

L’ultimo tema dibattuto è stata la scelta, e il successivo esonero, di Rudi Garcia a giugno: “Cosa avrei dovuto fare quando mi disse di non aver visto neanche una partita del Napoli? Io lo presi come un gioco, le cose cambiarono quando mi resi conto che andava nella sua direzione, senza mettere in campo i nuovi giocatori. Se lo avessi mandato subito a casa i tifosi avrebbero parlato di rivoluzione. Se avessi portato subito Mazzarri mi avreste dato del pazzo. Io ho cercato di dare a Garcia opportunità e possibilità parlandoci e quando lui ha ascoltato ci sono state delle vittorie. L’ho mandato via perché l’ultima volta nello spogliatoio gli dissi che stava sbagliando e lui mi disse “Mi lasci fare”, io riscesi e gli chiesi cosa stesse combinando“.

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Flavio Forlini

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