Scrive Sportmediaset, gli Europei 2032 sono ancora lontani, eppure a Napoli si inizia già a fare i conti su quelle che potrebbero essere le conseguenze dell’approdo della competizione continentale. Come già accaduto nel 1990, lo Stadio Maradonaavrebbe bisogno di un rinnovamento per ospitare la rassegna e per questo motivo potrebbe essere necessario un momentaneo trasloco della squadra partenopea verso altri lidi, in attesa che la struttura sia pronta per il grande appuntamento.
Per ora si è completamente nel campo delle ipotesi, però qualcosa si è già mosso come riportato dall’edizione partenopea de “Il Mattino” che ha raccontato di un incontro fra il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e il sindaco della città Gaetano Manfredi durante l’andata degli ottavi di finale di Champions League contro il Barcellona. Un incrocio fruttuoso che ha visto il patron degli azzurri mostrare al primo cittadino l’eventuale piano di rifacimento dell’edificio di Fuorigrotta con tanto di eliminazione della pista d’atletica e avvicinamento degli spalti al campo.
Benché per ora non ci sia ancora un progetto messo nero su bianco, ciò fa pensare che in casa Napoli si stia comunque lavorando per il ripristino dello storico impianto e si sia accantonato qualsiasi ipotesi di nuovo stadio fuori dalla città. In tal caso i lavori potrebbero procedere in due modi: o intervenire su un settore alla volta permettendo ai tifosi di continuare a seguire la propria squadra in casa oppure lasciare il Maradona in mano a gru e ruspe trasferendosi in un’altra località d’Italia.
Ovviamente per entrambe le cose ci sono pro e contro: nel caso si procedesse smontando il fabbricato “pezzo per pezzo” come già accaduto per i Mondiali del 1990 i tempi si allungherebbero notevolmente con la variante “pista d’atletica” che potrebbe portare comunque alla chiusura momentanea dell’impianto. Nell’altro caso invece i lavori si completerebbero decisamente più velocemente con l’incognita però di trovare un’altra casa che sia all’altezza del Napoli.
Giocando in Europa, gli standard della UEFA richiedono un impianto da 30.000 posti dotato di parcheggi e servizi ad hoc per il valore delle competizioni affrontate, un aspetto che escluderebbe il “Ciro Vigorito” di Benevento e il “Partenio” di Avellino, dotati di una capienza inferiore e utilizzabili soltanto dietro una deroga del massimo ente europeo. Discorso diverso per l'”Arechi” di Salerno che sarebbe potenzialmente comodo considerata la vicinanza fra le due città, ma che nei prossimi mesi sarà alle prese con un restyling che potrebbe costringere anche la Salernitana al trasloco.
Non resta che puntare sul “San Nicola” di Bari o sul “Renzo Barbera” di Palermo, ma chiaramente le trasferte inizierebbero a diventare pesanti per i tifosi che potrebbero “abbandonare” la squadra in attesa di poter tornare nell’amato “Maradona”, sottoposto a una spada di Damocle chiamata “Euro 2032”.
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