A poche ore dalla sfida che vedrà fronteggiarsi Juventus e Atalanta in casa dei bianconeri, il doppio ex Sergio Porrini ha rilasciato un’intervista esclusiva per Tuttosport, analizzando l’incontro e il cammino delle due compagini nella stagione corrente. L’ex difensore, classe 68′, esordì nei professionisti con la maglia della ‘Dea‘, che nel 1993 lo cedette alla Juventus per 11 miliardi di lire. In bianconero riuscì a conquistare 8 trofei in 4 anni, tra cui la Champions League e la Coppa Intercontinentale nel 1996.
IL MATCH – “Quando c’è di mezzo l’Atalanta in genere non ci si annoia. Si affrontano due squadre in difficoltà: la Juve sembra un attimino in crisi e i nerazzurri non vincono da un mese. Credo prevarrà il tatticismo nel primo tempo; perché avranno paura entrambe di perdere”.
LA JUVE DI QUEST’ANNO – “La Juve in un mese ha perso credibilità e solidità. Mi aspettavo di più dai bianconeri. Vero che l’Inter in assoluto era la più forte sulla carta e l’hanno poi confermato sul campo. Juve, Milan e il Napoli hanno bucato troppe gare; per questo il campionato è già finito a marzo”.
ALLEGRI COME LIPPI? – “Assolutamente no. Ad Allegri manca almeno un trionfo europeo per accostarlo a Lippi, che ha vinto tutto. Sicuramente entrambi sono bravissimi nel gestire i giocatori e il gruppo, ma sul piano del gioco c’è una grande differenza. La nostra Juve giocava un calcio d’attacco. Mi aspettavo di più dal suo ritorno“.
L’ATTACCO BIANCONERO – “Oggi Vlahovic mancherà tantissimo alla Juventus. Dopo un primo anno e mezzo difficile era finalmente tornato quello della Fiorentina; mentre Milik non segna da 5 mesi in Serie A. Il polacco mi ha un po’ deluso, non ha lasciato il segno. In un grande club come la Juve devi farti trovare pronto anche se giochi poco. Quando indossi quella maglia, devi andare oltre le aspettative. Non puoi accontentarti di un piazzamento tra le prime quattro…”.
GASPERINI – “Gian Piero meriterebbe un top club. Sono un suo grande estimatore. Gasp è il grande artefice dei risultati straordinari dell’Atalanta. Ha rivitalizzato giocatori che sembravano finiti. Si merita una squadra che, però, lo supporti non come all’Inter, dove non l’hanno seguito. Ma quello che ha fatto a Bergamo vale come vincere 2-3 scudetti in una big“.
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