Scrive TMW, la Lazio torna a vincere battendo il Frosinone 3-2. Giovanni Martusciello, allenatore della Lazio, commenta così la vittoria contro i gialloblu: “Quando si vince come siamo arrivati a questa partita un po’ di liberazione c’è. I ragazzi non lo fanno apposta a perdere le partite, hanno delle difficoltà in una piazza complicata e anche oggi nel primo tempo eravamo in difficoltà emotiva. Erano contenti di aver vinto la partita, ma devono risalire la classifica. Era una partita complicata per come ci sono arrivati e hanno gioito di questo successo”, le sue parole a Sky Sport.
Cosa è cambiato dall’anno scorso?
“Ci siamo approcciati a questo campionato con un pizzico di energia minore. Poi in un arco temporale così lungo ci sono dei passaggi. Le prime due partite ci son pesate tanto, la Champions anche sposta in maniera prepotente. Ci sono state tante situazioni che ci hanno portato a fare meno dell’anno scorso. Nella passata stagione siamo usciti dall’Europa e lì c’è stato il salto che ci ha fatto arrivare al secondo posto. Le annate non sono tutte uguali”.
Il progetto Sarri è troppo faticoso per i calciatori?
“Qui a Roma la piazza vuole arrivare sempre più in alto e quando non riesci a confermare diventa tutto più complicato. Fa parte delle squadre, qui a Roma è bellissimo viverla ma è complicata. Quando si gioca all’Olimpico e abbiamo avuto la fortuna di vincere diversi derby c’è stato un abbraccio generale, siamo stati fortunati, ma le annate non sono tutte uguali. Il dispiacere rimane, ma spero che la squadra si compatti facendo sognare ancora i tifosi”.
Il presidente Lotito ha parlato di tradimento. Una squadra può arrivare a farlo?
“No. Sono da tanti anni nel calcio, questo gruppo qui è impensabile possa fare una roba del genere, non appartiene al DNA di questi ragazzi. Vi assicuro che non è così, sono professionisti esemplari, solo che alcune volte non riescono a dare il 100% ma tradimento è una parola forte. Ci sono stato due anni a contatto e non ho mai avuto questa sensazione”.
La squadra si è allontanata dall’idea di calcio del suo allenatore?
“Sarri si è accorto che non incideva più. Ha optato per mali estremi, estremi rimedi. C’erano tre strade; l’esonero, le dimissioni o il prolungamento. Non è una cosa solita, non si è dimesso perché aveva paura di allenare la Lazio, ma per tentare una reazione. E’ stato anche il direttore che ha sofferto questa condizione, non nascondo che quando ha enunciato le dimissioni si è emozionato. Sono persone adulte, lui è stato il primo a rimanere male. Dispiace”
Lei domani cosa fa?
“Sono quattro giorni che non dormo, spero di riposarmi. Il mio futuro è evidente, si è allargata una macchia di discussioni che non stanno né in cielo né in terra. Io ho dato disponibilità perché la società e il gruppo ne avevano bisogno”.
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