Weston McKennie figura sicuramente tra i giocatori che hanno meglio performato in una stagione di alti e bassi affrontata dalla Juventus di Massimiliano Allegri. Lo statunitense ha contribuito alla causa servendo 9 assist in 27 presenze, senza mai trovare la via del gol, ma rivelandosi una pedina fondamentale nello scacchiere tattico di ‘Max‘, che lo ha schierato titolare l’86% delle partite disputate dalla Juve in campionato.
A stagione non ancora iniziata, però, la posizione dell’ex Schalke era in forte dubbio; l’americano era considerato tra i sacrificabili della squadra e si puntava ad una sua cessione per liberare uno slot a centrocampo. Aveva addirittura trascorso gli ultimi 6 mesi della stagione precedente in prestito al Leeds United, in Premier League, parentesi disastrosa, conclusa con la retrocessione in Championship.
Al suo ritorno a Torino, però, partita dopo partita ‘Wes‘ ha riconquistato il cuore dei tifosi, ritagliandosi un posto tra i titolari e divenendo, pian piano, un elemento imprescindibile per i bianconeri.
Le parole del c.t. della nazionale statunitense, Gregg Berhalter, sottolineano l’incredibile crescita del giocatore, che gli è valsa la chiamata internazionale con gli ‘Stars and Stripes‘: “Non possiamo che elogiare la sua crescita in questi ultimi anni. Quando è tornato alla Juventus non aveva né l’armadietto né un posto auto. La maggior parte dei giocatori direbbe: ‘Okay, lascio questo club, non fa per me’. Lui invece ha voluto restare per dimostrare che poteva farcela“.
“Ha dimostrato di essere uno dei migliori giocatori della Juventus quest’anno e uno dei migliori centrocampisti della Serie A. Ha mostrato la sua mentalità e la sua crescita come persona e dimostra che è in grado di superare queste difficoltà”.
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