Pastore racconta: “Ho un femore in ceramica. Ho fatto da cavia quando giocavo a calcio. Sofferenza quotidiana”
Scrive il Corriere dello Sport, Javier Pastore, oggi svincolato dopo l’ultima esperienza al Qatar SC, è tornato parlare del periodo in cui ha giocato nella Roma, più precisamente dal 2018 al 2021. In giallorosso El Flaco ha collezionato appena trentasette presenze e quattro gol soprattutto a causa di diversi problemi fisici, ha parlato così a La Nacion:
“Non ne potevo più. Mi svegliavo col dolore e i primi passi erano già un calvario. Sedersi, chinarsi, salire in macchina, faceva sempre male. Era una sofferenza quotidiana. La mia testa mi diceva ‘basta, per favore’. Non volevo più soffrire. Continuando a giocare a calcio ho allungato i tempi, ho provato terapie innovative e alla fine ho fatto da cavia per la sperimentazione di tante nuove cure… Ho potuto continuare a giocare grazie a quelle cure, ma non hanno mai migliorato veramente la qualità della mia vita. Giocavo una partita e poi restavo a letto per due giorni a causa del dolore. Feci una artroscopia all’anca nel 2020, migliorai molto, ma dopo il dolore tornò e aumentò finché giocare a calcio non fu più un piacere, ma divenne una punizione. Ho sofferto in campo e ho sofferto anche dopo. Non potevo nemmeno giocare con i miei figli. Ora ho avuto una sostituzione completa dell’anca sinistra e faccio una vita normale. Ho un femore in ceramica. Il tutto incapsulato a pressione, senza viti né colla, e questo velocizza i tempi di recupero. Sono stato operato martedì e mercoledì stavo camminando. E senza dolore. Per me è incredibile e sono felice“.
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