Galliani racconta: “Rinchiusi Gattuso per 6 ore, misi Ringhio in gabbia. Alla fine si arrese: ‘Resto al Milan'”
Adriano Galliani si è raccontato nella sua autobiografia scritta con Luigi Garlando, “Le memorie di Adriano G., storia di una passione infinita”, edito da Piemme. Ecco il simpatico aneddoto relativo alla voglia di lasciare il Milan di Rino Gattuso ed al suo bizzarro modo di convincerlo.
“Chi di noi ha sofferto di più è stato Rino Gattuso che voleva andarsene. ‘Ogni volta che indosserò la maglia del Milan, mi tornerà dentro il dolore di Istanbul e io non riesco a sopportarlo, mi spiace. L’unico modo per lasciarmelo alle spalle è togliermi quella maglia, andarmene. Mi lasci partire, Galliani’. È venuto a dirmelo una volta, due, alla terza si è presentato in sede accompagnato dal padre.
Li ho portati nella sala dei trofei, abbiamo discusso a lungo, gli ho ribadito che non l’avrei lasciato partire, mi sono alzato dal tavolo e gli ho detto: ‘Ascolta, Rino. Adesso ti chiudo qui dentro a riflettere. Ti libererò solo quando mi avrai detto: ok, resto’. E così ho fatto. L’ho chiuso a chiave nella sala dei trofei. L’ho sequestrato, come ha fatto don Rodrigo con Lucia nei Promessi sposi. Dopo un’ora, ho messo dentro la testa: ‘Hai cambiato idea?’ ‘No’. Ho richiuso la porta. Questo giochino è durato almeno 5-6 ore, con il consenso del padre Franco, naturalmente. All’ora di pranzo gli ho fatto portare due panini e ho richiuso immediatamente la porta per paura che scappasse. Ringhio in gabbia. Ha divorato il pasto circondato dai gloriosi metalli di casa, masticava e intanto gli entrava in corpo tutta la grandezza della nostra storia. Alla fine, si è arreso. Ho aperto la porta e mi ha detto: ‘Va bene, resto al Milan’. Chi non conosce questo episodio, non può capire fino in fondo la foto che mi porto nel cuore, una delle più belle in assoluto: io e Rino sul prato di Atene, dopo la finale con il Liverpool, nel 2007. Io gli vado incontro radioso: ‘Ha visto? Te lo dicevo! Te lo dicevo di restare!’. Lui mi viene incontro con i pugni chiusi e mi abbraccia forte, con la sua meravigliosa passionalità, con la carnalità da uomo del Sud“.