Domani sera la Roma andrà alla BayArena per provare l’impresa contro l’invincibile Bayer Leverkusen di Xabi Alonso, campione di Germania con 5 giornate d’anticipo e intenzionato a perfezionare la striscia di imbattibilità. Nella storia delle competizioni europee non sono mancate rimonte clamorose, ma oggi ci concentreremo su quelle che hanno visto protagonista la squadra giallorossa.
Quando Manolas fece esplodere l’Olimpico
Sembra scritta da un autore di epica greca Roma–Barcellona del 10 aprile 2018: dopo la netta vittoria blaugrana nella gara di andata nessuno avrebbe scommesso sulla squadra di Di Francesco, ma l’Olimpico non abbandona i suoi beniamini e riempie gli spalti per spingere la squadra a un’impresa storica. Il calcio non è una legge scritta ed è uno dei pochi sport dove non è raro vedere Davide battere Golia. Il primo segnale che sarebbe stata una serata storica arriva al 6′ del primo tempo, quando Edin Dzeko apre le marcature: lo stadio inizia a credere nell’impresa e a spingere i propri beniamini sempre più. Il Barcellona sembra in bambola, come stordito dalla bolgia in cui è ritrovato a giocare: al 58′ De Rossi, da capitano, si prende la responsabilità di un rigore pesantissimo e non sbaglia. A questo punto ai blaugrana tremano le gambe, mentre la Roma, che non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare, prova a gettare il cuore oltre l’ostacolo. All’inizio abbiamo parlato di uno scrittore greco e non a caso, perché il gol dell’impresa lo segnerà un difensore della terra ellenica che con il popolo giallorosso ha avuto un rapporto controverso, ma quella notte non c’è spazio per le polemiche o i mal di pancia, solo per un colpo di testa da calcio d’angolo che mette la parola fine al Barcellona schiaccia-sassi in Europa. L’Olimpico esplode di gioia, quasi incredulo a quello che sta assistendo e lo stesso Manolas sembra non rendersi conto di quello che lui e i suoi compagni stanno realizzando. Siamo all’82’, il Barcellona deve segnare per passare il turno, ma gli dei del calcio avevano già deciso: passa la Roma grazie al gol della bandiera segnata nella gara di andata in virtù della regola dei gol in trasferta.
Fonte: profilo Instagram Kostas Manolas
Voller-Giannini e la Roma passa il turno
Non sarà forse la più grande impresa europea della Roma, difficile arrivare ai livelli del Barcellona per caratura dell’avversario e competizione, ma resta comunque una rimonta da ricordare, anche per chi magari vuole vivere un piccolo amarcord giallorosso. Nella stagione 1987/1988 sulla panchina della Roma era tornato il Barone Niel Liedholm e la squadra aveva chiuso un campionato molto positivo al terzo posto, guadagnandosi l’accesso alla Coppa Uefa. Dopo aver superato il primo turno, al secondo turno arriva il Partizan Belgrado, non proprio una corazzata del calcio europeo. Tuttavia, dopo una campagna estiva di grandi spese da parte del presidente Viola, la Roma puntava a qualcosa in più in campionato, ma la stagione parte male e si chiuderà anche peggio, con la sconfitta contro la Fiorentina nello spareggio per l’accesso alla Coppa Uefa con un gol, ironia della sorte, di Pruzzo, ceduto dai giallorossi in estate. Torniamo alla doppia sfida con il Partizan, però: nella gara di andata i padroni di casa si impongono con un clamoroso 4-2 che sembra chiudere i giochi. Nella partita di ritorno, però, la Roma si affida al suo principe e capitano, Giuseppe Giannini. A rimettere in corsa i giallorossi sarà un gol di Voller al 21′, mentre nel secondo tempo, dopo che la Roma era rimasta in dieci dal 49′ per l’espulsione di Manfredonia, Giannini si presenta sul dischetto del rigore al 70′ e rimette tutto in parità. Sofferenza nel finale, ma la Roma resiste e passa il turno. Una piccola impresa in una stagione disastrosa, anche perché l’avventura europea si chiude al turno dopo contro la Dinamo Dresda.
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