Scrive Gazzetta, “Chievo is back”. Sergio Pellissier lo ha annunciato con questa frase e una foto dello storico stemma del club. A tre anni dalla sua scomparsa, il Chievo tornerà a giocare in un campionato nazionale, che al momento sarebbe la Serie D. È stata una “favola” del nostro calcio, capace di scalare le più basse categorie regionali per diventare una squadra di culto della Serie A degli anni Duemila, poi finita male. Con l’esclusione dal professionismo del 2021 e il fallimento che si è concretizzato nel giugno del 2022. Oggi, venerdì 10 maggio, Sergio Pellissier (che con quella maglia ha segnato 139 reti in 517 presenze) ha vinto l’asta per rilevare tutti i marchi relativi al Chievo Verona e può farlo rinascere. Tre estati fa era ripartito dalla Terza Categoria con una nuova società, la Clivense, arrivata in D dopo aver acquisito il titolo di Eccellenza e vinto il campionato. Adesso potrà fonderla con l’eredità del Chievo, ma ogni passaggio, dalla denominazione ai nuovi colori, sarà deciso insieme ai soci. Già riappropriarsene non è stato affatto semplice, tutt’altro, ha dovuto vincere l’asta con il suo ex presidente Luca Campedelli.
All’inizio della sua avventura come presidente, Pellissier avrebbe voluto chiamare la nuova società “Chievo 2021”, ma una diffida di Luca Campedelli lo ha spinto verso la Clivense. Nel mentre il marchio del club è finito all’asta. Alle prime due non ha partecipato nessuno a causa della richiesta troppo alta. Quella iniziale era di mezzo milione, la successiva di 285 mila euro. Al terzo giro, con base d’asta 100 mila euro, Pellissier è sceso in campo. Per settimane è stato l’unico offerente finché poco prima dello scadere del termine (il 10 maggio alle 12) i dirigenti del Vigasio (Verona) hanno deciso di partecipare. Non si tratta di un club qualunque: è da poco stato promosso in Serie D e il suo presidente onorario è proprio Luca Campedelli, ex numero uno del Chievo. Gli uomini del Vigasio e Pellissier si sono trovati faccia a faccia intorno alle 15 nello studio del curatore fallimentare (mentre fuori erano presenti alcuni tifosi del gruppo North Side 1994), che a quell’ora ha aperto le buste. Alla fine di un’asta serrata, per 330 mila euro, l’eredità del Chievo è tornata nelle mani del suo giocatore più iconico, oggi presidente, che ha esultato come nei suoi gol più importanti.
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