Juve, Allegri: “Vorremmo giocare un’altra finale già l’anno prossimo ma non possiamo prometterlo. Obiettivo? Era la Champions”

Allegri

Photo LiveMedia/Federico Proietti/DPPI Rome, Italy, May 11, 2022, Italian football Coppa Italia match Final - Juventus FC vs Inter - FC Internazionale Image shows: Massimiliano Allegri head coach of Juventus looks on during the Italian cup, Final football match between Juventus FC and FC Internazionale on May 11, 2022 at Stadio Olimpico in Rome, Italy LiveMedia - World Copyright

Massimiliano Allegri presenta la finale di Coppa Italia contro l’Atalanta. In caso di vittoria della Juve per il tecnico toscano sarebbero 5 successi, un record assoluto. “Domani indipendentemente da tattica e tecnica ci vorrà disponibilità in campo per vincere più duelli possibili – ha dichiarato – Abbiamo il 50% di vincere, devi essere bravo a portare l’episodio dalla tua parte sapendo che con loro le partite non finiscono mai. Se saremo bravi e un po’ fortunati potremo portarla a casa, ma l’obiettivo era la Champions“. Sulla formazione: “Stanno tutti bene. Mancando Locatelli giocherà Nicolussi Caviglia o mi devo inventare qualcosa. Ho dubbi sugli esterni”.

Come arrivate alla finale?
“Bene, speriamo domani sera meglio. Abbiamo raggiunto l’obiettivo Champions e ora c’è questa finale bella da giocare, contro una squadra che gioca molto bene e cui faccio i complimenti anche per la finale di Europa League”.

Atalanta senza Scamacca? Uno svantaggio per voi?
“Domani indipendentemente da tattica e tecnica ci vorrà disponibilità in campo per vincere più duelli possibili. Sappiamo che ci sono momenti di difficoltà in ogni partita e dovremo controbattere nel migliore dei modi”.

Si è puntato molto sul concetto di resilienza. Domani servirà qualcosa in più?
“Abbiamo il 50% di vincere, devi essere bravo a portare l’episodio dalla tua parte sapendo che con loro le partite non finiscono mai”.

Siete davvero sfavoriti?
“Il calcio è meraviglioso, in un attimo ti si può rovesciare a favore o contro e così come una stagione. In questo momento tutti danno per favorita l’Atalanta e per noi domani potrebbe essere anche l’ultima finale. Ci vorrà lucidità, serenità e concretezza. Se poi gli avversari saranno stati più bravi, stringeremo la mano”.

Come sta Nicolussi Caviglia? Può giocare lui?
“Stanno tutti bene. Mancando Locatelli giocherà Nicolussi Caviglia o mi devo inventare qualcosa. Ho dubbi sugli esterni, potrebbero anche esserci i supplementari”.

Vincere darebbe un senso diverso alla stagione?
“Ripeto fino alla noia, l’obiettivo principale era che la Juventus partecipasse alla prossima Champions League. Ci sono momenti in cui nella vita, se non puoi vincere, puoi comunque garantire un tesoretto alla società. Vedremo se vinceremo, ma partecipare a questi eventi non è da tutti. Se saremo bravi e un po’ fortunati potremo portarla a casa, ma l’obiettivo era la Champions”.

Studierà qualcosa di particolare per Koopmeiners?
“L’Atalanta ha dei giocatori importanti, fisici e tecnici. I loro attaccanti sono molto bravi, noi non siamo da meno. Vivono di euforia ed entusiasmo, dovremo fare una partita da finale, che è sempre un po’ diversa”.

Cambia qualcosa che vi giudichino sfavoriti?
“Giocheremo con grande rispetto dell’Atalanta, come avuto nelle precedenti finali. Le partite vanno vinte sul campo, noi bisogna essere bravi a riportare tutto dalla nostra parte. Ma ci vuole la convinzione di portarsi a casa la Coppa”.

Quali insegnamenti può trarre dalle finali del passato?
“La Coppa ha un peso e un valore perché è sempre un trofeo. Essere qui a giocarlo è già un risultato, ora bisogna essere bravi a portarlo a casa. Abbiamo la possibilità di vincere, altro risultato importante”.

Come si difende contro una squadra come l’Atalanta?
“La partita potrebbe essere sulla falsariga del campionato ma dipenderà da come si evolve. Ci vorrà molta attenzione, nelle gare secche i dettagli fanno la differenza. Noi comunque abbiamo una squadra forte, difficile da giocarci contro quando mette l’attenzione giusta. Sapendo che l’Atalanta gioca bene, ho visto con la Roma hanno fatto una gara straordinaria ma quando prendi il 2-1 poi magari le partite cambiano. Testa e grande equilibrio”.

Come vive questa finale rispetto alle altre da allenatore della Juventus?
“Io sono ancora un bambino, vivo con grande entusiasmo: è sempre bellissimo partecipare a questi eventi e domani metteremo tutto quello che abbiamo. Abbiamo da perdere noi, ma anche l’Atalanta: una finale è così”.

LE PAROLE DI DANILO
Come ci arrivate come gruppo?

“Sicuramente arrivare a questa finale e vincerla darebbe un senso a questa stagione. Siamo riusciti a raggiungere la Champions League, ma quello che portiamo al museo della Juventus sono i trofei. Questo sarebbe un premio per il lavoro di squadra e quello che facciamo ogni giorno”. 

Come stai?
“Sto bene. Ho avuto un piccolo problemino fisico ma ho lavorato bene. La partita è talmente importante che il fisico recupera prima”.

Sei emozionato?
“Sì, nel calcio come nella vita bisogna sempre guardare avanti a nuove sfide e obiettivi. Sarà una partita speciale e diversa per me e per la squadra, è una cosa che possiamo raggiungere in questo momento e sarebbe bello mettere un pezzo, anche piccolo, nella storia della Juventus”.

Vi sentite sfavoriti?
“L’Atalanta sta facendo una stagione importante, ha giocatori forti e un allenatore esperto. Questo dobbiamo sicuramente rispettarlo. Però dal 2012 la Juve ha raggiunto 20 finali e anche questa storia va rispettata: mettiamo il focus sul presente, ma se guardiamo un pelo indietro… Chiaro che è una finale e può succedere di tutto, l’Atalanta ha i suoi meriti ma non ci sentiamo meno importanti o forti di loro”.

Cosa potete dare di diverso rispetto al campionato?
“Il messaggio è che non sai mai quando giocherai la prossima finale, devi goderti un’atmosfera così. Io ne ho fatte tante ma non ne gioco da un po’. Sfruttiamo il momento pensando che sarà l’ultima e che non ne faremo più per dare tutto”.

Che ricordo ha dell’ultima finale, quella di Reggio Emilia contro l’Atalanta?
“Ricordo che era un momento difficile dopo il Covid, si tornava ad avere un po’ di vita normale. Quel momento lì ci fa godere ancora di più l’oggi: lo stadio pieno, tutti i dirigenti e la famiglia Juventus presenti… Certo, la Juve ha cambiato tanto da quella finale, ma non è cambiata la voglia di vincere”.

Questa Juve può aprire un ciclo? Tu ne farai parte?
“Troppo difficile guardare avanti. Vorremmo giocare un’altra finale già l’anno prossimo ma non possiamo prometterlo. La caratteristica umana che sento di avere di più è la resilienza e la Juventus nella sua storia ha dimostrato di averla, e forte. Assicuro che nella squadra c’è: si va giù ma sappiamo rialzarci”.

Rispetto al girone d’andata cosa è mancato in questi ultimi mesi?
“Sapevo che sarebbe stata una domanda venendo qua. Non c’è un motivo, è una cosa concreta che siamo calati. Ci sono tante piccole cose che fanno la differenza nel calcio. Questo deve essere da insegnamento anche per l’anno prossimo: se vuoi vincere il campionato non puoi mai abbassare la guardia”.

Come è l’umore dopo il pareggio con la Salernitana?
“Stiamo bene, non ci aspettavamo il pareggio con la Salernitana ma poi arrivi qui a giocare una partita così importante, in un’atmosfera diversa… Deve darci tanta motivazione e soddisfazione. Siamo sereni, ma con responsabilità e consapevoli di cosa si deve fare domani”.

Come giudica la vostra stagione, al di là di domani?
“All’inizio ci è stato chiesto di raggiungere la Champions e arrivare in finale di Coppa Italia per provare a vincere. Abbiamo avuto alti e bassi e momenti in cui non siamo riusciti ad avere risultati importanti. I traguardi però permettono a società e dirigenti di fare una programmazione importante e più ambiziosa per l’anno prossimo”.

A cosa dovreste stare più attenti domani?
“Hanno tanta fisicità e un ritmo alto, con e senza palla. Se fisicamente non sei fresco e non stai bene ti mettono in difficoltà. Dobbiamo essere alla loro pari in questo senso e sfruttare le occasioni che possibilmente avremo. Devi essere letale e segnare”.

Dalla tua parte ti troverai De Ketelaere, l’uomo più informa. Come ti sei preparato?
“Lui è l’esempio che un calciatore quanto è inserito nell’ambiente giusto può giocare molto diversamente. Al Milan ha avuto difficoltà, all’Atalanta sta facendo una stagione davvero importante. Come fan di calcio mi piace, tecnicamente è bello da vedere e difficile da marcare: queste sono le sfide più eccitanti per me, l’ho studiato e spero che domani possa stare tranquillo”.

Cosa significa portare la fascia della Juve? E cosa vorrebbe dire alzare un trofeo?
“Tutto quello che ho vissuto nel calcio mi ha preparato per arrivare a questi momenti con la Juventus, alla responsabilità di esserne il capitano. Sarebbe un traguardo molto importante per la mia storia di giocatore: sono qui da 5 stagioni, sono uno juventino e lo sarò per sempre”.

Fonte: Sportmediaset