Il numero 10 del Milan Rafael Leao autore di una stagione con più ombre che luci lo ha visto protagonista di grandi partite alternate a prestazioni sottotono, in questa stagione è stato artefice di 8 gol e 9 assist in 32 gare di campionato. Rafa ha rilasciato un’intervista al canale YouTube del noto giornalista esperto di calciomercato Fabrizio Romano. Come racconta la Gazzetta dello Sport, sono stati diversi i temi affrontati dal fuoriclasse portoghese che ha parlato anche di mercato. L’attaccante rossonero ha raccontato un retroscena avvenuto con la Nazionale portoghese protagonista il suo compagno Joao Cancelo:
”All’epoca non giocava nel Barcellona, ma nel City. Mi disse che sarebbe stato difficile per lui, anche se da ragazzino seguiva le partite dei rossoneri. Inoltre, gli era piaciuto molto il derby. Insomma, ci ho provato“.
Considerato uno dei giocatori più forti della Serie A e del panorama mondiale, Leao non si considera ancora un top player, per diventarlo, secondo il 10 rossonero è questo quello è ciò gli manca:
”Per diventarlo devo segnare di più. Ibra mi ha aiutato molto sul piano della mentalità. Oppure in allenamento o in piccole cose come il controllo di palla e il passaggio, perché a volte potrei fare un tocco diverso dopo aver dribblato. Mi ha aiutato a essere più concentrato davanti alla porta, a calciare meglio dopo aver superato un difensore. Sapeva che sarei stato in grado di fare la differenza se fossi stato concentrato. A volte ero nervoso, lui mi aiutava dicendo che prima o poi il mio momento sarebbe arrivato. Quando hai un compagno di squadra così riesci a rendere meglio“.
Poi Leao si è soffermato sul Milan, con il quale la scorsa stagione ha firmato il rinnovo resistendo alla corte delle big europee:
”Le mie prime partite non sono state ottime sul piano della qualità, ma ho sentito il supporto dei tifosi. All’inizio giocavo meno, per me è stato difficile, ma sapevo avrei trovato giocatori di grande qualità. Nella mia testa sapevo che sarei dovuto rimanere concentrato. Ho aspettato la mia chance. I tifosi sapevano cosa sarei stato in grado di fare. Il Milan è un club storico, hanno vinto sette Champions League e hanno avuto giocatori leggendari. Dovevo dimostrare ai tifosi che non era solo talento, ma anche passione“.
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