Baggio, la figlia: “Ogni volta che guardo una partita mi domando come sarebbe vederti giocare oggi, le gambe avrebbero retto di più?”
Sono trascorsi 20 anni da quando Roberto Baggio ha smesso di giocare a calcio. A ricordare l’anniversario è stata la figlia Valentina, attraverso un lungo messaggio postato sui social e condiviso dal padre.
Valentina ha scritto: “Impossibile racchiudere in poche parole la strana sensazione che provo nel pensare che sono passati 20 anni da quando hai smesso di giocare. Ricordo quel giorno come fosse ieri, salivo le scale di cemento di San Siro guardando verso il cielo fino a scorgere il campo, ascoltando le grida dei tifosi mentre cercavo di raccogliere più sensazioni possibili perché sapevo che quella era l’ultima volta. Come sarebbero state poi le mie domeniche? Senza la TV accesa aspettando di vederti nel tunnel, fremente per entrare in campo. Non avrei più tentato di indovinare i cori in sottofondo, o l’arbitro del giorno. Non avrei più provato quell’attesa per un tuo goal, o pensato a chi dei compagni avversari ti avrebbe dato una scarpata o pestato un piede. Sarebbe stata l’ultima volta che tornato a casa, avresti buttato il sacchetto di maglie ancora bagnate per terra, la tua e quella di un avversario pronta ad entrare nella tua collezione, per poi metterti finalmente scalzo mentre io sarei stata lì di fianco a te, per controllarti le gambe alla ricerca dei segni della partita sulle tue gambe martoriate”.
“Vederti giocare a calcio è stata la mia infanzia, ha scandito la prima metà della mia vita fatta di domeniche allo stadio o davanti alla tv ascoltando le telecronache, urlando come una pazza ed esultando come una vera tifosa. Anche ora che ci ripenso le lacrime mi salgono agli occhi, salendo dritte dal cuore, incontrollabili. Quel giorno di 20 anni fa ti scrissi un SMS dicendo ‘oggi il calcio ha perso la sua stella più bella, per me rimarrai sempre il migliore’. Nulla è cambiato, penso ancora lo stesso e ogni volta che guardo una partita mi domando come sarebbe vederti giocare oggi, dove avresti giocato, le gambe avrebbero retto di più? Comunque sia, da quando non giochi più, non è più domenica”.