Il figlio di Gigi Riva, Nicola si è raccontato in una lunga intervista a Il Messaggero: “Ha sofferto molto la depressione, invece. Un uomo come lui, razionale, di fronte a una malattia subdola, ha faticato a farsene una ragione. Gli siamo stati accanto, siamo riusciti a portarlo a Milano, la dottoressa Colombo è stata la sua ancora di salvezza. Un periodo molto lungo, dal 1996 fino a quando ci ha lasciato».
Discuteva con voi della sua salute, nell’ultimo periodo? «Ci ho riflettuto tanto in questi mesi. Mi sono convinto che si fosse accorto che qualcosa non andava. Ma non si lamentava, la sua dignità è emersa anche in quei momenti, di sicuro dentro di sé aveva un vulcano. Non voleva accanimenti terapeutici, gli avevano proposto un intervento, e ha risposto: ci penserò».
L’ultima frase di suo padre? «Sentivo che aveva bisogno di noi. Quando la sera lasciavamo l’ospedale ci diceva: rimanete ancora, state qui. Era il segno del cambiamento. Mio padre ha avuto tre vite: Luigi quando era sul lago, a Leggiuno; Gigi Riva qui in Sardegna, in casa non è mai stato Gigi; infine un paio di anni fa ha ricominciato a vivere la famiglia da vicino, ha riscoperto il bisogno dei suoi cari, delle cose semplici, si è tolto il mantello di Gigirriva ed è tornato Luigi bambino».
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