Daniele Pradè, direttore sportivo della Fiorentina, ha così parlato in conferenza stampa nel giorno dell’annuncio del nuovo allenatore: “Abbiamo definito gli ultimi dettagli per il nuovo mister. Con il consenso del dottor Galliani, che ringraziamo perché Palladino sarebbe ancora tesserato fino al 30 giugno con il Monza. Palladino? Per me è doveroso ringraziare Italiano e il suo staff. Hanno fatto un grande lavoro, soprattutto sotto questo profilo. Oltre all’aspetto professionale c’è quello umano, gli auguro il meglio. Quanto a Palladino, avevamo anche altre ipotesi come quella di un figlio quale è Aquilani. E non solo. Ma in questo momento Raffaele era quello che ci serviva: l’ambizione. Ha il fuoco, lo stesso che abbiamo noi dentro. Ancora non abbiamo metabolizzato questa sconfitta, ci vorrà tempo, quindi una nuova energia serve anche a noi. Fiorentina ambiziosa? Intanto dico che noi quest’anno abbiamo fatto un lavoro molto attento nello scouting. Ringrazio Burdisso, che è stato importantissimo per noi. Quello che abbiamo fatto lo metteremo tutto sul tavolo di Palladino, condivideremo tutto con lui. Le decisioni saranno: presidente-dirigenza-mister. Le ambizioni sono quelle di migliorarci, dopo un ottavo posto molto amaro. A un punto dal settimo e a tre dalla sesta. In più la delusione ce l’ha portata la sconfitta della coppa, ma questo non giustifica quello che abbiamo lasciato per strada. Fino a venerdì non avevamo neanche incontrato Palladino o il mister, ora si ferma qui e faremo tutto in maniera più approfondita.
Calciatori in scadenza? Decideremo insieme. Su Kouame dico che abbiamo esercitato l’opzione e quindi è un calciatore della Fiorentina. Cerchiamo un grande centravanti, forse è stato uno dei miei errori principali non sostituire in maniera adeguata Vlahovic. Però voglio dire che tutti quelli che sono venuti dopo, hanno fatto il loro dovere. Però uno dei nostri obiettivi di quest’estate sarà trovare un attaccante forte. Dobbiamo guardare anche il fair play finanziario, per noi molto restrittivo. Perché per le società di prima fascia è molto più semplice. Alzare l’asticella non è facile perché davanti hai dei carri armati, però noi siamo solidi. In Italia qualcosa sta cambiando: pensare che oggi ci sono squadra competitive come Fiorentina, Bologna e Atalanta lo conferma. Noi abbiamo mantenuto una grande identità, ogni partita che abbiamo fatto l’abbiamo approcciata per vincerla. Cercheremo di sbagliare il meno possibile.
Questa come l’estate 2012? Quella era una Fiorentina che si era salvata alla penultima giornata. Qui c’è bisogno di aggiungere, di lavorare sul singolo calciatore. Se poi mi parlate dell’ambizione, allora, vi rispondo di sì. Ma qui abbiamo fatto tante cose bene, oltre agli errori. L’entusiasmo c’è: del presidente e dei tifosi. Se si unisce questa forza, e c’è un’alchimia, questa è una società che può anche non avere limiti. Gonzalez? Al 99% è incedibile, Nico sta bene così e l’ha ribadito a Bergamo. Però nel calcio mai dire mai. Avevamo dei prestiti che non abbiamo più. E delle situazioni dove siamo obbligati a operare. Sotto l’aspetto numerico non è difficilissimo per noi lavorare, dobbiamo capire quali saranno i migliori giocatori fra quelli che abbiamo individuato da inserire nel progetto di Palladino. Che abbiamo scelto per la sua predisposizione ad attaccare l’avversario. Il nostro monte ingaggi non deve superare una quota che è in base ai nostri ricavi. Il salary cap, oggi, è una cosa molto restrittiva. Noi siamo la società con il miglior bilancio che c’è in Italia: non porta le vittorie, è vero, ma è importante lo stesso. Parola a Palladino? Ambizione. L’identità ce l’ha trasmessa immediatamente, come avete visto ha delle idee ben precise e chiare. Noi vogliamo ripartire da quelle. Come avevamo fatto con Italiano, infatti oggi la Fiorentina è una squadra riconoscibile ovunque.
Sinceramente non mi ricordo di gennaio, sono anziano… (ride, ndr). Quello invernale è complicato, chi ha i giocatori forti se li tiene: noi ne abbiamo puntato uno, è stata una trattativa lunga e l’accordo economico era quasi in dirittura in attivo ma poi è saltata. Si tratta di Gudmundsson. Comprare giocatori a gennaio, poi, devo dire che non fa così tanta differenza. E comunque sono arrivati due uomini oltre che calciatori, e li ringrazio. Oltre a Gudmundsson, ci piaceva anche Zaccagni ma diventava impossibile anche solo intavolare fin da subito una trattativa. Se si parla di alzare l’asticella è perché siamo arrivati ottavi con rammarico, perché siamo stati dentro la Champions per tutto il girone d’andata. Una scusante da parte nostra possono essere le tante partite e qualche infortunio di troppo. Però ho qua il fatto che abbiamo colpito più pali di tutti e sbagliato cinque rigori: sembra non contino, ma sono punti. Ci riusciremo? Ci proveremo? Tra un anno ci ritroviamo e sarò giudicato. Io a Firenze sto da 9 anni, ho comprato casa e la mia famiglia ci sta benissimo: è una città incredibile e tante volte soffro perché non sento lo stesso amore che ho io nei miei confronti. Il mio sentimento è forte.
Amrabat? Non abbiamo ancora una risposta dallo United. Io lo terrei ma non mi sembra quello che ha in testa Sofyan, con il quale c’è un bel rapporto. Ma mi sembra che voglia rimanere in Inghilterra. Siamo contenti sia di Biraghi che di Bonaventura, ma una cosa è il primo con cui c’è un contratto in essere mentre sul secondo dobbiamo decidere anche con l’allenatore poiché in scadenza. Castrovilli? Ho sentito stamani il suo agente, ci incontreremo nei prossimi giorni per capire quali margini di permanenza ci siano. Ha avuto un ottimo recupero e siamo molto contenti di lui. Valuteremo quanto sia più adeguato per tutti. Volevo dire un’altra cosa, che non c’entra. E’ passato poco dalla scomparsa di Barone. Io e Ferrari eravamo le persone più vicine a Barone, dopo Commisso. L’unica persona che poteva sostituire Joe, è Alessandro Ferrari. Vi spiego perché. Joe faceva tutto qui: controllava anche i fiori. Quando c’era il mercato era un vulcano, mi chiamava anche quaranta volte al giorno per sapere magari dove andava a giocare Fiorini, per sapere di Distefano. Siamo convinti che dopo un anno di esperienza nel nostro campionato, in cui ha sofferto come è normale a primo pelo per chi viene dall’estero. Personalmente lo vedo più negli unltimi venticinque metri, anche se siamo contenti di quello che ha fatto per la squadra e per Vincenzo Italiano. Addio Italiano? Il mercato di gennaio non c’entra niente. Ci siamo lasciati venerdì col presidente, il fatto è che finiscono dei cicli e con essi la motivazione forte che aveva un senso. Noi abbiamo provato in tutti i modi a farlo stare con noi: ci siamo lasciati in maniera bellissima. Ripeto che gennaio non c’entra niente, perché ha vissuto quotidianamente ogni cosa con noi. Mi dispiace perché abbiamo fatto tante cose bene. I tifosi hanno avuto un comportamento esemplare. Fino alla finale non avevo sentito tutta questa situazione. Sento la responsabilità di recuperarli. Il nostro è un lavoro logorante, per quanto bellissimo.
Goretti nell’area tecnica? Lo ufficializzeremo a giorni con grandissimo piacere. Zaniolo al miele? Non è un nostro obiettivo, è troppo presto. Eravamo sul treno per andare alla partita a Bergamo, Joe Barone sarebbe partito il martedì per gli USA e giovedì avrebbe avuto un incontro con Commisso. Il primo punto dell’agenda era la questio U23 che volevamo assolutamente fare anche se avremmo avuto dei problemi seri per lo stadio, problema che volevamo bipassare provvisoriamente. Fare questa squadra è un lavoro grande, come costruire una nuova squadra, dopo quello che è successo non c’è stato nemmeno il pensiero di portarla avanti. Italiano? Siamo contenti di quanto ha fatto Vincenzo, sappiamo che potevamo fare di più”.
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