A Palazzo Vecchio la mossa dei viola di richiedere lo stop dei lavori sul Franchi è stata accolta con calma apparente. Ma, forse, una punta di amarezza per la strategia che il club sta esercitando da mesi sul fronte restyling del Franchi c’è. Solo poche settimane fa il patron Commisso aveva avvisato: in caso di intoppi, ci tuteleremo per vie legali. Proprio la convenzione prevede che il Franchi vada avanti con un capienza ridotta di 22mila posti, mentre la società pagherà 600mila euro anziché i 650mila pattuiti per far fronte ai minori introiti. E i soldi mancanti? La preoccupazione viola è tutta lì. Dopo il definanziamento dei 55 milioni tolti e poi restituiti sotto forma di fondi per le periferie, i costi per coprire tutti i lavori sono saliti a 90 milioni di euro. La data spartiacque per avere le carte in regola è il 2026. Lì si deciderà quali altri stadi oltre a Roma, Milano e Torino, ospiteranno gli Europei. Ciò significa che, almeno a metà 2026 i lavori dovranno essere a buon punto. Intanto il presidente del Fondo Pif, Mohammad bin Salman, in ottimi rapporti con Renzi, vorrebbe passare le vacanze in Toscana. Ad ospitarlo potrebbe essere un lussuoso albergo di Firenze fra giugno e la prima metà di luglio. In passato, l’interesse del fondo arabo per la società era stato smentito. Lo scrive La Nazione.
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