Ederson, centrocampista dell’Atalanta, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di As, iniziandola parlando della sua stagione: “È stata molto buona. Sono molto felice di essere riuscito a raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissato individualmente, ma, soprattutto, per essere riuscito a conciliare tutto ciò con gli obiettivi dell’Atalanta, arrivare in finale di Europa League ed essere campione per la gente. È stata una stagione sensazionale. Ne sono molto felice”.
Quali sono stati i segreti dell’Ederson di questa stagione?
“Penso un po’ di pazienza e lavoro perché non sempre è possibile raggiungere questo livello. Ci arrivi facendo ciò in cui credi. Naturalmente vorrai sempre fare il meglio, ma non sempre raggiungi i tuoi obiettivi velocemente. Quindi penso che sia sempre stato importante essere pazienti e lavorare con calma. E poi, come la prima stagione, mi è andata bene, non avevo i numeri che ho avuto in questa stagione, ma è stato positivo per la mia evoluzione. Ho potuto vedere quanto lontano potevo arrivare e per questa stagione sono arrivato con una mentalità leggermente migliore, sapendo già più o meno cosa avrei potuto fare. Quindi mi sono posto degli obiettivi e ho cercato di raggiungerli. Alla fine l’ho capito”.
Come è stato il suo adattamento dal Brasile al calcio italiano?
“All’inizio è stato un po’ difficile, ma come tutti gli adattamenti. Quando si cambia casa, i primi mesi sono un po’ difficili. Ma ora, ripensandoci, penso che sia stato un buon adattamento. Oggi mi sono adattato molto bene al campionato italiano, all’Atalanta. Sono felice di essere riuscito a capire le idee del gioco così in fretta, di sapere che questo è un campionato con uno schema più tattico, più posizionale a volte. Oggi posso dire che è stato un successo”.
Qual è il suo miglior ruolo? All’Atalanta gioca come mediano a volte.
“Posso giocare in diverse posizioni. Penso che sia perché mi è più facile capire cosa mi chiedono. Giocare in Italia mi ha aiutato molto in questo, sapere che so già posizionarmi bene e osservare gli spazi che ho in campo. Riesco a svolgere queste due funzioni senza problemi, con grande tranquillità. Se dovessi scegliere una posizione, non saprei dirtelo. Non ho preferenze su dove giocare. A centrocampo, a seconda delle situazioni di gioco o di ciò che serve all’allenatore, riesco a capire e ad assimilare ciò che serve. Penso di poter giocare in qualsiasi posizione centrale, con un po’ più di libertà o anche con più vincoli di rimanere dietro”.
Preferisce essere più vicino alla porta o nel vivo della manovra?
“Mi piace attaccare perché ho la forza di farlo e poi di riconquistare la posizione per difendere. Ovviamente tutti vogliono segnare, ma il ruolo più difensivo e più posizionale è altrettanto importante e so quanto sia importante per la squadra nel suo insieme avere un giocatore che ferma un po’ di più i contropiedi e che si posiziona bene. Ovviamente mi piace segnare gol, ma conosco anche l’importanza degli altri ruoli, quindi per me è lo stesso”.
Fonte: TMW
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