Cagliari, Nicola: “Non ho lasciato l’Empoli ma accettato il Cagliari. Futuro? Pensiamo alla salvezza”

“Desidero ringraziare tutta la gente per l’accoglienza di ieri all’aeroporto”, attacca Davide Nicola. “È stata davvero inaspettata e fantastica – continua – Ho subito sentito il senso di appartenenza e di famiglia di questa città. Ora voglio solo lavorare instancabilmente. Entro nella storia del Cagliari in punta di piedi come è giusto che sia ma voglio contribuire a questa storia.

LA SCELTA DI CAGLIARI
“Ho sempre avuto il desiderio di essere qui, in Sardegna e su questa panchina, ora sono immerso in questa sfida. Il resto sono parole. Voglio entrare nella mentalità sarda e capire come creare una sinergia tra chi va in campo e i tifosi, che si devono riconoscere con la squadra. A me piace il gioco aggressivo e dinamico e non vedo l’ora inizi questa nuova stagione per rappresentare il popolo alle nostre spalle. Giocare in casa è sempre motivo di orgoglio e di soddisfazione, oltre che di forza. Il calendario ci fa iniziare con tante gare interne, ma la visione deve essere più ampia e dobbiamo avere un rendimento qualitativo sia in casa che in trasferta. Anche perché la continuità la trovi solo così. Non guardo mai però per esperienza al calendario o all’avversario, prima di tutto troviamo la nostra identità per potercela giocare sempre contro chiunque”.

UNO SGUARDO ALL’INDIETRO
“Il Cagliari ha dei forti valori che io voglio preservare e rafforzare. Mister Claudio Ranieri l’anno scorso ha dato un’impronta alla squadra, con grande compattezza tra i reparti e un buon equilibrio. Ranieri non si può confrontare con nessuno, perché è unico come persona e come allenatore. Ci siamo sentiti anche nella settimana precedente alla mia salvezza in quel di Empoli. Quello che mi ha scritto lo conservo ancora. Raccogliere l’eredità di Ranieri è un motivo in più che mi ha spinto alla scelta di Cagliari. Mi è sempre piaciuto il carattere di Ranieri e raccolgo un grande testimone. Io ho le mie idee e caratteristiche, vogliamo rendere funzionale l’inserimento dei nuovi giocatori. In questa lunga trattativa io e Bonato siamo sempre stati in contatto e molto allineati nel lavoro. Sicuramente è stata una trattativa lunga perché c’erano coinvolte due società serie e ognuno ha rispettato i valori e le necessità dell’altro. Io non ho lasciato Empoli bensì ho accettato il Cagliari, sono sfumature di significato importanti. A Empoli ho fatto un’esperienza formativa ma da tempo avevo il desiderio di allenare il Cagliari. Questa piazza da fuori mi ha sempre coinvolto e ora ho la fortuna di esserci dentro”.

LA COSTRUZIONE DELLA SQUADRA
“Prima di tutto bisogna conoscere i ragazzi e la rosa nel suo complesso, sarebbe irrispettoso e poco utile parlare ora. Dovremo acquisire la nostra identità, imparando a stare in campo con una mentalità ben precisa, solo allora puoi giocare contro chiunque, anche chi è superiore sulla carta. I nostri risultati saranno figli di molti fattori, ma la mentalità di sapere affrontare chiunque pensando ai nostri valori sarà determinante”.

IL FUTURO
“La nostra storia dice che prima di tutto dobbiamo acquisire la salvezza, che è punto di partenza fondamentale. Pensiamo a Club come l’Atalanta che sono arrivati dove sono un passo alla volta: stare in Serie A non è scontato, rimanervi per anni e crescere è frutto di oculatezza e ambizione. Bisogna dare continuità ai risultati, prima arriviamo alla salvezza e meglio sarà, poi si vedrà. Intanto consolidare la categoria è già un miglioramento, gli obiettivi si centrano sul campo e non a parole, tutti siamo ambiziosi ma l’ambizione va contestualizzata. Ogni sogno costa fatica, lavoro e programmazione, ma coltivarlo tutti insieme ha più chance di riuscita”.

MENTALITÀ PROPOSITIVA
“A prescindere dai giovani, dall’età dei calciatori, ciò che conta sono le persone e i rapporti tra essi. Per me non cambia la carta d’identità dei calciatori, ovviamente chi ha esperienza può essere determinante in alcuni momenti, i giovani hanno qualità e freschezza ma gli va data pazienza. Apprezzo molto chi ha fame di arrivare, chi ce l’ha va molto d’accordo con me”.

OCCASIONE IMPORTANTE
“Non ho mai fatto miracoli, credo in me stesso e nel mio lavoro e di chi mi affianca. Le etichette sono espressioni giornalistiche, a me interessa raggiungere gli obiettivi e dimostrare in campo idee e valori. Questo credo di averlo sempre fatto. Poi il lavoro è flessibile ma io alleno per trasformare le idee e l’entusiasmo in emozioni. Io penso davvero solo a fare e a farlo con il massimo entusiasmo”.

ANCORA ACCANTO A PISACANE
“Ritrovare Fabio è qualcosa di emozionante”, spiega il mister ricordando i tempi di Lumezzane e facendo riferimento all’attuale allenatore della Primavera rossoblù. “Certo, gli anni passano… Vederlo in Primavera è bello, lui ha grandi valori umani e ci confronteremo. Ha dimostrato da giocatore di essere uno pulito e onesto e la lealtà è uno dei valori che apprezzo di più nelle persone”.

Fonte: Cagliari Calcio

Lisa Grelloni

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