Giuseppe Marotta, presidente e amministratore delegato dell‘Inter, si è espresso ai microfoni del TG2 sul tema stadi e sulle problematiche burocratiche che impediscono alle società di portare a compimento i progetti per i nuovi impianti in tempi brevi.
Queste le parole del dirigente nerazzurro: “Le società di calcio erano spesso nelle mani di industriali che garantivano la sopravvivenza degli sport quasi come debito sociale verso la collettività nella quale avevano avuto un grande successo. Oggi tutto questo non c’è più, per cui il modello è diventato un modello di business, e da questo punto di vista ci dobbiamo reggere solo seguendo quello che è il concetto della sostenibilità“.
“In Inghilterra sono arrivati ad abbattere un’icona come Wembley, in Italia si fa fatica ad abbattere qualsiasi tipo di strutture. Le difficoltà sono proprio legate alla burocrazia, che prevede tanti passaggi e tante autorizzazioni. Per questo, prima di arrivare a un’autorizzazione finale, c’è quasi uno scoramento da parte di potenziali investitori, perché il tempo sicuramente non gioca a favore“, prosegue Marotta.
“Qual è il rimedio? I grandi stadi sono di interesse nazionale, sono strutture che dovrebbero far capo al Ministero delle Infrastrutture, quindi eviterei i passaggi dal Comune, provincia, sovrintendenza e tutto questo iter burocratico. C’è troppa lentezza: ci vuole più immediatezza e meno burocrazia“, questa la papabile soluzione, a detta del varesino.
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