Sul rinnovo firmato da Osimhen col Napoli lo scorso Natale, quello che lega ancora Victor al club azzurro fino al 2026 a 10 milioni netti a stagione, pende una clausola rescissoria da 130 milioni: doveva essere una polizza assicurativa per tutti, è diventata una prigione. Nessuno, infatti, si è mai lontanamente avvicinato a quella cifra durante questa estate. E pensare che appena un anno fa, il Psg aveva messo sulla scrivania di De Laurentiis un assegno da 150 milioni di euro. Ma il presidente non voleva smembrare la squadra tricolore, che aveva già perso l’architetto Giuntoli e il capopopolo Spalletti. Solo Kim, sempre mediante la clausola rescissoria, aveva abbandonato lo spogliatoio dei campioni d’Italia, diventato però un territorio incandescente nell’ultimo campionato, anche per via del rinnovo straordinario di Osimhen. Che aveva meritato sul campo quel riconoscimento, anche per la fedeltà: Victor non aveva puntato i piedi né dopo l’offerta del Psg né dopo il corteggiamento con offerte indecenti arrivate dall’Arabia Saudita. Certo, davanti a certe cifre ha perso l’equilibrio, ma alla fine aveva deciso di non lasciare abbandonare la nave azzurra in tempesta.
L’ipotesi di un blitz del Psg nei prossimi giorni è reale, magari con un’offerta molto più bassa dei 100 milioni che vorrebbe De Laurentiis. Sarà il presidente poi a decidere cosa fare. L’Arsenal resta sullo sfondo, il Chelsea aveva aperto all’ipotesi ma solo in prestito: condizione inaccettabile. Se entro venerdì non si troverà una soluzione, Osimhen rischia di rimanere ai margini del Napoli fino a gennaio. Almeno che non accetti poi il trasferimento in Arabia Saudita, dove il mercato è aperto fino al 6 ottobre. Ma Victor merita di più, come la sua storia a Napoli meritava un finale diverso. Il Pallone d’oro africano cerca casa, come fosse un giocatore qualsiasi e non la stella che ha regalato al Napoli il terzo scudetto. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.
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