Alle 8,30 di ieri mattina Daniele De Rossi era a Trigoria a preparare la seduta di allenamento prevista per le 10,30 ed è stato convocato nell’ufficio presidenziale, presenti Dan e Ryan Friedkin, la Ceo Lina Soloukou e il direttore sportivo Florent Ghisolfi. Senza troppi giri di parole, il presidente gli ha manifestato l’intenzione di interrompere il contratto triennale appena firmato per i mancati risultati. Nessuna lite, nessuno sfogo, nessun aut aut, nessuna questione sui collaboratori veri o presunti, nessun rimprovero sulle parole di Totti o sulla gestione del caso Zalewski (guarda caso subito reintegrato) o sulle incertezze relative al mercato.
Niente di niente, solo dati: mettendo insieme le mele con le pere, come certi analisti un po’ superficiali avevano fatto nei giorni scorsi, gli hanno rinfacciato che la Roma ha vinto una partita delle ultime 13, ha concesso troppi tiri e troppe occasioni agli avversari in contrattacco o su recuperi alti, e hanno obiettato sulla qualità di ogni tiro (xG/tiro). Hanno obiettato che la Roma è 15/a per tiri creati in contropiede con possesso palla a partire dalla propria metà campo e nei tiri in meno di 15 secondi, e dodicesima nei tiri creati 5 secondi dopo un recupero alto (tiri in pressing alto).
E in più la Roma continua, da una stagione all’altra, a concedere più occasioni di quante ne abbia create. Per non parlare del record negativo degli ultimi 50 anni e così hanno chiuso – dei 2 gol fatti in 4 partite. Chiunque abbia stilato queste classifiche, avrà maturato il diritto di presentare la propria fatturina ad As Roma a fine mese, giustificando così in qualche modo la propria presenza nel mondo. Magari non ha mai toccato con una mano, figuriamoci con un piede, un pallone di calcio, ma questo è un altro discorso. Ma in ogni caso sono numeri che hanno fatto presa presso Dan Friedkin, ancora scottato dall’esperienza dello scorso anno, quando proprio dopo il rovescio di Genova (partita assai diversa rispetto a quella giocata domenica mattina) aveva pensato di esonerare Mourinho prima di essere dissuaso dall’allora ds Pinto.
Stavolta Ghisolfi non ci ha nemmeno provato, e De Rossi ha ascoltato e signorilmente se n’è andato, senza commentare, probabilmente vincolato anche da qualche obbligo di riservatezza che nei contratti con gli americani non mancano mai. Da oggi sarà in vacanza, quelle che non ha fatto da gennaio a ieri. A pagare le spese penserà Friedkin: per non rischiare di perdere i milioni della Champions, si è impegnato a versarne 24 in tre anni a fondo perduto a De Rossi e al resto dello staff. Per un po’ di x-gol in più. Quando si dice il senso degli affari. Lo scrive Il Romanista
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