Intervistato dall’edizione odierna del Corriere Fiorentino, il presidente viola Rocco Commisso ha parlato della burocrazia italiana e se è riuscito a capirla a cinque anni dal suo arrivo: “Mai! In America, se rispetti le regole, c’è molta più libertà di agire. Alla Mediacom ogni anno investiamo 400 milioni di dollari e non ci vengono a dire serve questo permesso, quest’altro, questo ancora. Facciamo quello che si deve fare e andiamo avanti. Poi, se dovessimo infrangere le regole, è ovvio che verrebbero a chiederci conto. In Italia, invece…non capisco perché in Italia gli stadi debbano essere di gestione dei Comuni. Io invece penso che debbano essere gestiti dai club.
Le nostre richieste? Le solite: un cronoprogramma, non solo per questa stagione ma anche per le stagioni future, e la possibilità di continuare a giocare al Franchi. Una volta che ci presenteranno cronoprogramma, costi, tempi, allora ci si siede di nuovo al tavolo per capire come si può fare tutto meglio e possibilmente più in fretta.
Se fossi disposto a mettere dei soldi sul nuovo Franchi? La possibilità di fare quello che potevo fare 5 anni fa non esiste più, perché ho già speso 430 milioni e sono parecchi quattrini. Non avessi fatto il Viola Park adesso avrei soldi che potrei anche spendere, ma oggi noi siamo qui seduti negli uffici del Viola Park. Io devo guardare pure i bilanci della Fiorentina. Però…se c’è l’opportunità, se si fa in fretta, e se il controllo totale dello stadio sarà della Fiorentina, con una concessione lunga, per gestire marketing, costi, ricavi… be’, potremmo metterci attorno un tavolo per vedere se potremo aiutare a finire questo progetto. Se non si arriva al punto in tempi brevi per la Fiorentina sarebbe un disastro”.
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