Fiorentina, Flachi su Beltran: “Alibi finiti, è un 10 non un 9. Paragone con Batistuta? Non esiste”
Francesco Flachi, ex attaccante della Fiorentina, ha così parlato di Lucas Beltran al Corriere dello Sport: “Lui è arrivato qui con aspettative importanti addosso e non ha fatto neanche troppo male, anzi. Secondo me è tra gli attaccanti migliori che sono passati a Firenze negli ultimi anni. Credo non sia stato valorizzato dal modo di giocare della Fiorentina. Italiano ha faticato a trovargli una posizione, stessa cosa sta facendo Palladino.
Che ruolo ha Beltran? Non è mai sembrato un centravanti. Non ha le caratteristiche per giocare prima punta. Lui è più un dieci che un nove. Cosa non ha funzionato? La scorsa stagione non ha mai avuto continuità in campo né la fiducia. E per un attaccante così diventa dura. Secondo me Italiano ha alternato troppo gli attaccanti l’anno scorso e questo ha inficiato anche sulla mancata crescita dell’argentino. Lui come Batistuta? Troppa pressione? Non credo che abbia pesato molto il confronto con Bati perché il confronto non esiste. Nessuno può essere paragonato a lui.
Beltran è un attaccante totalmente differente rispetto a Batistuta. Anzi, secondo me Beltran è più simile a me per caratteristiche, una seconda punta. Lo vedrei bene accanto a Kean e in questo dovrebbe entrare in competizione con Gudmundsson ma non è facile. L’islandese mi sembra più completo.
Tempo scaduto per lui? Gli alibi bastano fino a un certo punto. Io lo ripeto: secondo me come calciatore ha tanta qualità, ma ora le deve far vedere. Cessione a gennaio? Un’esperienza lontano dalla Fiorentina può fargli bene. Però credo abbia tutte le potenzialità per imporsi anche qui. A gennaio si tireranno le somme ma dico che manca ancora tanto. In due mesi e mezzo nel calcio può succedere di tutto. Ci son tante partite e a Firenze di tempo te ne concedono. Non come ai miei tempi (ride, ndr).
Che consiglio darei a lui e alla Fiorentina? Intanto deve essere bravo Palladino a gestirlo, con lui deve essere più psicologo che allenatore. E poi a lui, da attaccante, direi che questi momenti fanno parte della carriera. A volte la porta diventa piccolissima. Ma basta un secondo, un tiro giusto, per farla diventare di nuovo grande”.