Bressan, 25 anni fa la rovesciata da 30 metri entrata nella storia del calcio in Fiorentina-Barça
E’ arrivato “tardi” a calcare palcoscenici prestigiosi, venne acquistato dalla Fiorentina, lì il grande salto, all’alba dei suoi 28 anni, fino a quel giorno, era abituato a navigare in acque minori. Ma Mauro Bressan vuole cogliere al volo questa opportunità, vuole lasciare un segno indelebile, il destino ha qualcosa di sorprendente in serbo per lui. Il suo debutto in Europa arrivò appena tre mesi prima, l’11 agosto del 1999, nelle qualificazioni alla UEFA Champions League.
Era il 2 novembre, in un gremito Artemio Franchi, andò in scena Fiorentina-Barcellona di Champions League. Una partita dall’elevato tasso tecnico, quella sera tutto faceva presagire ad uno spettacolo, da una parte la corazzata blaugrana, dall’altra i gioielli viola.
Nel Barça di Van Gaal figuravano capitan Guardiola, Ronald De Boer, Kluivert, ma soprattutto il tandem Figo-Rivaldo, un duo da far paura a chiunque. Nei gigliati di Trapattoni, Toldo tra i pali, Rui Costa a centrocampo e Balbo-Chiesa in attacco.
Tra questi brillanti talenti, tanto sembrava stonare quel mediano, Bressan, veterano in Serie A quanto inesperto in Europa. In palio però, c’era solamente da salvare l’onore, poiché per una certa serie di calcoli, dopo la storia impresa a Wembley, i viola sono già sicuri di continuare la loro avventura nella competizione.
Proprio per questo nessuno avrebbe mai potuto immaginare neanche lontanamente quello che sarebbe accaduto di lì a poco. E’ il 13’ minuto di gioco, il risultato è fermo sullo 0-0, Guardiola respinge in aerea un pallone che Enrico Chiesa ha cercato di mettere al centro, la palla si impenna e schizza via lontano, Heinrich e Rivaldo, con gli occhi verso il cielo cercano di contendersela, ma poi essa rimbalza a terra e finisce ad un passo da Bressan.
Il centrocampista è già in volo, già consapevole della “follia” che vuole fare con quel pallone. Il Franchi è con il fiato sospeso… Bressan si lancia in una rovesciata di destro da manuale del calcio a 30 metri di distanza dalla porta… Dal suo piede parte una specie di pallonetto che si insacca sotto la traversa battendo così Arnau, che non può far altro che andare a prendere la palla in fondo al sacco. È finita proprio lì, sotto al sette. Disegnato dall’alto, baciato da un incredibile destino, un sussulto nella carriera fin lì anche troppo lineare del 21 viola.
“Quel momento lì è stato il suggello di tutta una serie di allenamenti da quando ero bambino – dirà in seguito Mauro Bressan -. Mi son sempre divertito a fare le rovesciate. Mi dava proprio gusto a fine allenamento a provarle e riprovarle, però se non la metti in pratica rimane fine a sé stessa”, il centrocampista “operaio”, al momento giusto, tirò fuori dal cilindro un colpo che è divenuto tra i più bei gol della Champions League, e non solo. Anche se la chicca, per Bressan, è arrivata dopo questa rete: “Per me la perla resta il colpo di tacco con cui mando in rete Balbo nel secondo tempo per la rete del 2-2”. Un’altra finezza dunque a condire la sua prestazione contro i blaugrana.
Nove anni dopo, Bressan appenderà gli scarpini al chiodo, una carriera onesta la sua, 494 presenze (considerando tutte le categorie), solo 4 gol in Serie A (2 in maglia viola). Nel suo palmares spicca la Coppa Italia vinta dalla Fiorentina nel 2001. Ma ancora oggi quando viene nominato, sorge naturale l’associazione all’autore di quel gol da fare stropicciare gli occhi segnato in quella magica quanto bizzarra notte di novembre.
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