Dal rischio retrocessione alla conquista dell’Europa League, l’Atalanta di Gasperini è diventata una delle squadre più solide e spettacolari d’Italia: dietro i successi ci sono valori di gruppo, un gioco codificato e l’abilità di valorizzare ogni giocatore
Quando Gian Piero Gasperini è approdato all’Atalanta nel 2016, la squadra bergamasca era nelle difficili lotte per la salvezza. Fino a quel momento, l’obiettivo della Dea era stato evitare la retrocessione in Serie B, consolidandosi al massimo nella metà inferiore della classifica. Con l’arrivo di Gasperini, tutto è cambiato. L’allenatore ha trasformato una squadra in lotta per non retrocedere in una formazione competitiva, capace di conquistare l’Europa League la scorsa estate, battendo il Bayer Leverkusen, una delle squadre più solide del panorama europeo in una finale che rimarrà nella storia del club.
La vittoria dell’Europa League ha rappresentato il primo trofeo dell’era Gasperini, un risultato tanto atteso e meritato dopo due finali di Coppa Italia sfortunate. Questo successo ha dato alla squadra una nuova consapevolezza, facendo crescere il senso di appartenenza e fiducia nei propri mezzi. Affrontare e vincere una finale contro un club imbattuto da 51 partite è stato un segnale importante, che ha messo in luce la determinazione e la qualità dell’Atalanta, non più vista solo come una “piccola” del calcio italiano ma come una realtà consolidata.
Uno degli elementi chiave del successo di Gasperini è il gruppo storico su cui ha costruito le sue vittorie. Giocatori come Ederson, Marten de Roon, Djimsiti e Mario Pasalic rappresentano l’anima della squadra, insieme allo stesso allenatore e alla proprietà, guidata da Antonio Percassi, che ha sempre creduto nella visione a lungo termine del tecnico. La continuità di questi interpreti ha consolidato i valori di squadra e creato un’identità forte, un legame che unisce campo e dirigenza e che permette di mantenere alta la competitività.
L’Atalanta è riuscita a portare la sua mentalità vincente anche in Champions League, dove ha affrontato squadre di grande prestigio in palcoscenici importanti senza rinunciare al suo gioco. La formazione nerazzurra ha un impianto tattico codificato, che Gasperini adatta per integrare nuovi giocatori senza perdere la sua identità. Ogni anno la macchina atalantina viene rimessa in moto con energie fresche, ma sempre in armonia con i principi di gioco che l’allenatore ha instaurato.
Un esempio recente è quello di Mateo Retegui, arrivato in estate e subito integrato nei meccanismi offensivi di Gasperini. L’attaccante italo-argentino si è rivelato una pedina fondamentale, e con 11 gol e 3 assist in meno di 800 minuti si è consacrato capocannoniere del campionato. Retegui si trova esaltato dal gioco di Gasperini, che valorizza al meglio le sue qualità di finalizzatore e la sua capacità di attaccare la profondità. Il tecnico riesce a far rendere al massimo i suoi giocatori, inserendoli in un sistema solido e competitivo.
Il gioco di Gasperini si basa su principi chiari e costanti. La pressione a tutto campo, uomo su uomo, è una caratteristica distintiva, che permette di mantenere una linea difensiva fluida, in grado di adattarsi alle varie situazioni. In fase di costruzione, un centrocampista arretra per creare una linea difensiva a tre con un difensore centrale, mentre i “braccetti” si allargano per dare ampiezza. Questa impostazione consente alla squadra di sviluppare il gioco sulle fasce, un aspetto su cui Gasperini punta molto per creare superiorità numerica e sfruttare la velocità degli esterni.
Le fasce laterali rappresentano infatti uno dei punti di forza dell’Atalanta. La squadra cerca di portare la palla sui lati del campo con lanci lunghi o un gioco costruito dal basso, e i trequartisti e gli esterni di centrocampo si allargano o si accentrano a seconda delle esigenze tattiche. Questo dinamismo permette all’Atalanta di essere sempre imprevedibile e di adattarsi al gioco avversario mantenendo, però, i propri schemi di riferimento.
L’Atalanta di oggi è il frutto di un lavoro lungo e costante, in cui la solidità del gruppo, la visione tattica di Gasperini e l’appoggio della società si sono combinati in un progetto vincente. Dal rischio retrocessione alla conquista di un trofeo europeo, la Dea è diventata una delle squadre più rispettate d’Italia, dimostrando che con una guida oculata e una filosofia chiara, anche una realtà ritenuta provinciale può competere con i giganti del calcio europeo.
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