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Joaquín Correa, un ritorno al top: scintille al Bentegodi, che performance eccezionale dell’argentino!

Dopo un anno difficile e una lunga astinenza dal gol, l’attaccante argentino dell’Inter si prende la scena con una prestazione da incorniciare

Joaquín Correa ha sorpreso tutti nella sua prima partita da titolare in questa stagione. Dopo un anno lontano da San Siro, in prestito all’Olympique Marsiglia – esperienza da dimenticare, con zero gol e zero assist – il “Tucu” si è ripreso la scena proprio nello stadio dove tutto era iniziato con l’Inter: il Bentegodi di Verona. La prestazione contro l’Hellas non solo segna il ritorno al gol in Serie A dopo più di due anni, ma ridà speranza a un giocatore che sembrava sull’orlo dell’addio definitivo.

Il legame tra Correa e lo stadio di Verona è emblematico. Proprio al Bentegodi, nell’agosto 2021, aveva esordito con la maglia nerazzurra, realizzando una doppietta che fece sognare i tifosi. Da quel momento, però, la parabola dell’argentino è stata segnata da delusioni e infortuni. L’ultimo gol in Serie A risaliva al 29 ottobre 2022 contro la Sampdoria, mentre in Champions League era stato decisivo contro il Benfica il 19 aprile 2023. Un’attesa estenuante per un giocatore che, finora, aveva deluso le aspettative.

Contro il Verona, Correa ha sfoderato una delle migliori prestazioni della sua carriera in nerazzurro. Un gol al 17’, due assist (uno di tacco) e due legni colpiti hanno caratterizzato i suoi 93 minuti in campo. I numeri parlano chiaro: tre occasioni da gol create, 86% di precisione nei passaggi, 19 palloni giocati in avanti e quattro recuperi, il miglior dato insieme a Mkhitaryan. È stato il primo per tiri e il secondo per occasioni da gol, dimostrando di essere non solo incisivo ma anche prezioso nel gioco collettivo.

L’argentino ha convissuto per mesi con il peso delle critiche e l’ombra di un possibile addio. I tifosi, delusi dal suo rendimento e spesso contrariati dalle sue prestazioni opache, avevano ormai etichettato Correa come un fallimento. La serata di Verona, però, potrebbe rappresentare una svolta. Non è stato solo un ritorno al gol, ma un’affermazione di leadership e sacrificio, qualità che spesso gli erano state contestate, ma questa volta apprezzate e premiate da mister Inzaghi.

Dall’ombra alla luce, un rientro inatteso ma sorprendente

Oltre ai numeri, quello che ha colpito della prestazione di Correa è stata la disponibilità al lavoro per la squadra. Preciso nelle giocate, puntuale nei movimenti, ha offerto un assist geniale per Thuram e un altro – spettacolare – di tacco per Bisseck. Ha saputo legare i reparti e contribuire anche in fase difensiva, mostrando una maturità tattica che potrebbe cambiare le sorti della sua stagione.

La domanda ora è inevitabile: questo Correa può essere una risorsa per l’Inter? Simone Inzaghi, che lo ha sostenuto anche nei momenti più bui, potrebbe aver ritrovato un giocatore capace di fare la differenza nelle rotazioni offensive. Certo, serviranno altre prestazioni come quella del Bentegodi per riconquistare definitivamente la fiducia dei tifosi, ma il primo passo è stato compiuto.

CorreaCorrea
Photo LiveMedia/Francesco Scaccianoce Milan, Italy, October 31, 2021, italian soccer Serie A match
Inter – FC Internazionale vs Udinese Calcio
Image shows: Joaquin Correa (FC Internazionale) celebrates after scoring the 2-0 goal
LiveMedia – World Copyright

Un cerchio che si chiude e il valore delle seconde opportunità

Nel calcio, certe storie sembrano scritte apposta per chiudere cerchi. Il Bentegodi, da teatro del debutto scintillante di Correa in nerazzurro, è tornato a essere il palcoscenico del suo riscatto. Ora, il Tucu ha la chance di dimostrare che quella clessidra che misurava il tempo verso il suo addio può ancora ribaltarsi, segnando forse un nuovo inizio per la sua avventura con l’Inter.

Se il suo ritorno al gol e alla prestazione di alto livello si confermerà nelle prossime partite, l’Inter potrebbe scoprire di avere in casa un giocatore rigenerato, pronto a scrivere un finale diverso da quello che molti avevano già immaginato.

Marta Franco

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