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Soccorritori di Bove: “Dal malore a Careggi 13 minuti, il problema era ampio. Cataldi? Manovra fortemente sconsigliata”

Ghini, presidente della Fratellanza militare di Firenze, ha parlato di quanto avvenuto a Bove ieri

“Dal momento della caduta in campo di Bove ad averlo messo sull’ambulanza sono passati 4 minuti. Il trasporto dallo stadio all’ospedale di Careggi è durato altri 4 minuti. È entrato in sala rossa a Careggi dopo 13 minuti dall’episodio: parliamo di un problema che noi definiamo ‘tempo-dipendente’, da parte nostra c’è stata organizzazione e non improvvisazione. Questo è stato decisivo”. A parlare è Giovanni Ghini, presidente della Fratellanza militare di Firenze a cui fa capo l’ambulanza che ha trasportato il giocatore della Fiorentina al policlinico dopo il malore accusato nel corso del match con l’Inter.

Ghini ha seguito da remoto i soccorsi al centrocampista, sia nel momento in cui il giocatore si è sentito male, sia in quelli successivi: “Tutto ciò che è stato fatto è frutto di un protocollo tra Fratellanza militare, Misericordia di Firenze e Fiorentina – ha spiegato -. L’ambulanza non è entrata in campo perché c’era il rischio che non ne potesse uscire a causa del terreno di gioco, si sarebbe potuta impantanare. Le squadre di soccorso che sono dentro il campo hanno la stessa attrezzatura che c’è all’interno dell’ambulanza, hanno tutto negli zaini. Siamo fortemente addestrati, anche da un punto di vista emotivo”.

Il tragitto di Bove verso Careggi è stato delicato: “Lui non era cosciente – ha aggiunto Ghini -. In quel tragitto hanno defibrillato e fatto manovre rianimatorie: il problema era ampio”.

Si è parlato dell’intervento tempestivo dei compagni e di quanto fatto da Danilo Cataldi: “Su questo è necessario puntualizzare. Apprezziamo ovviamente il gesto, ma l’improvvisazione non è risolutiva. La manovra che è stata fatta inserendo le dita nella bocca di Bove è fortemente sconsigliata, per due motivi. Intanto il paziente può serrare improvvisamente la bocca, si rischia di avere lesioni gravissime alle dita. La seconda è che in quel momento si possono creare ferite dentro la bocca il cui sanguinamento può risultare difficile su un paziente di quella natura. Ripeto, apprezziamo il gesto, ma ci tengo a sottolineare l’importanza di fare i corsi per i soccorsi. Si tratta di seguire alcune ore di corsi ma quelle ore possono salvare vite”. Lo scrive Sportmediaset.

Lisa Grelloni

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