La Nazionale, lo scudetto storico e il crollo della sua vita: è ridotto malissimo | “Prendo antidepressivi e ansiolitici”

Foto della Lazio prima della vittoria dello scudetto (Wikipedia Studio Buzzi)

Foto della Lazio prima della vittoria dello scudetto (Wikipedia Studio Buzzi FOTO) - goalist.it

Una carriera promettente, costellata di successi tra Nazionale e club, ma la vita gli ha riservato anche delle brutte sorprese.

Lo scudetto è il simbolo che rappresenta il trionfo nel campionato italiano di calcio di Serie A. Consiste in uno stemma a forma di scudo, diviso nei tre colori della bandiera italiana: verde, bianco e rosso. Viene introdotto per la prima volta nel 1924, come segno di distinzione per la squadra campione nazionale.

Oltre a rappresentare un riconoscimento sportivo, lo scudetto ha un valore culturale. Indossarlo sulla maglia nella stagione successiva alla vittoria è un segno di orgoglio e un simbolo di supremazia nel panorama calcistico italiano.

La corsa allo scudetto è uno degli elementi più emozionanti del campionato di Serie A. Ogni stagione, squadre provenienti da diverse città italiane competono per aggiudicarsi il titolo, rendendo il torneo uno dei più seguiti al mondo. 

Lo scudetto rappresenta anche un’opportunità per rafforzare il senso di appartenenza tra tifosi e la propria squadra del cuore.

Una carriera tra grinta e eccessi

Matias Almeyda, centrocampista argentino, ha lasciato un’impronta indelebile nella Serie A italiana tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000. Con 93 presenze nella Lazio, 50 nel Parma e 47 nell’Inter, è stato un mediano dotato di straordinaria grinta, fisico imponente e una determinazione incrollabile. La sua rivalità con Edgar Davids, contrassegnata da scontri intensi ma leali, è diventata leggenda, testimoniando il suo spirito competitivo e il rispetto per gli avversari.

Al di fuori del campo, Almeyda ha vissuto una vita al limite. La sua autobiografia, Almeyda, Anima e Vita, racconta episodi drammatici, tra cui un coma etilico causato dall’abuso di alcol. Episodi come il ricovero d’urgenza dopo aver corso per cinque chilometri in stato confusionale riflettono l’estremo a cui spingeva il suo corpo, bruciando eccessi con allenamenti intensi. La sua vita privata, segnata anche da episodi come la fuga nel baule di un’auto per sfuggire ai tifosi del Parma, era tanto caotica quanto affascinante. “Prendo antidepressivi e ansiolitici”, disse una volta in un’intervista, senza girarci troppo attorno.

Matias Almeyda in foto (Wikipedia Sebi 964)
Matias Almeyda in foto (Wikipedia Sebi 964 FOTO) – goalist.it

La rinascita

Dopo aver lasciato il calcio giocato, Almeyda ha affrontato un periodo di depressione durato quattro anni. E’ riuscito, però, a risollevarsi trasformando la sua energia e passione in una carriera di successo come allenatore. Il primo incarico significativo è arrivato al River Plate, dove ha guidato la squadra in un momento critico, ricevendo il sostegno del pubblico e trovando nuovi stimoli.

La sua traiettoria da tecnico lo ha portato in Argentina, Messico, Stati Uniti e infine in Grecia, dove ha allenato l’AEK Atene, vincendo il campionato nazionale. Nonostante alcune delusioni, come l’uscita dai preliminari di Champions League, Almeyda è ora un uomo trasformato. Ha lasciato alle spalle i fantasmi del passato, costruendo una carriera che riflette il suo spirito indomito e il desiderio di eccellere in ogni sfida.