Tutto è perduto… fuorché il risultato
“Possiamo dirlo? Alla Fiorentina è andata bene. Anzi, benissimo”
di Stefano Borgi
Possiamo dirlo? Oggi alla Fiorentina è andata bene. Anzi, benissimo. La Juventus avrebbe meritato di vincere, senza se e senza ma, e solo un grandissimo De Gea ha tenuto in piedi la baracca. Poi, grazie allo scivolone di Cambiaso (e, dobbiamo dire, ad un gran sinistro di Sottil) tutto bene madama la marchesa.
Ci rendiamo conto, è difficile essere critici (o addirittura negativi) dopo un pareggio in casa della Juve. Per di più un pareggio rimontato due volte, forti di un quinto posto in classifica (con una partita in meno), non potendo disporre (fisicamente, ma anche come rendimento) di due tra i tuoi uomini migliori: Bove e Gudmunsson. Soprattutto pensando che allo Stadium non avevi mai pareggiato, perdendo 12 delle ultime 13 partite, e che in un colpo solo hai mantenuto la media inglese e sconfitto pure la cabala. Però, c’è un però…
Senza Bove non è più la stessa Fiorentina, oramai è il segreto di Pulcinella. Lo abbiamo visto con l’Empoli in coppa Italia, nel secondo tempo col Cagliari, a Bologna, a Guimaraes, in casa con l’Udinese, a Torino contro la Juve. Tralasciamo il Lask, stiamo parlando di calcio vero. In tutto otto gol subìti dopo una serie di cleen sheet (Genova, Toro, Como… tanto per gradire) che avevano portato la difesa viola ad essere la migliore del campionato. Da quando non c’è più Bove sono cresciuti gli errori individuali dei difensori, Beltran (spesso schierato al suo posto) è costretto a fare il mediano, lo stesso Gosens è in difficoltà senza la copertura dell’ex-ronanista. Da quando non c’è più Bove gioca peggio Adli, gioca peggio Cataldi, giocano peggio tutti. Ora voi penserete che Bove fosse il nuovo Maradona, il nuovo Tardelli, oppure un incrocio tra Cannavaro, Nesta e Beckembauer. No, Edoardo Bove era solo un ottimo centrocampista spostato a sx che dava equilibrio alla mediana ed alla difesa. Attaccava e rientrava con la stessa efficacia, e faceva pure gol. La domanda è: la Fiorentina ha un altro Bove? No. O meglio, ne avrebbe uno, di minor qualità e maggiore età di nome Rolando Mandragora, che (chissà come mai) non viene preso in considerazione da Palladino. Non piace Mandragora? Ok, legittimo. Allora alziamo Gosens a centrocampo, arretriamo Colpani mezzala (tanto per quello che fa in attacco), torniamo a tre dietro, proviamo qualcuno della “primavera”, insomma… facciamo qualcosa. Ed invece niente, lo schieramento resta il 4-2-3-1 col risultato di un uomo in meno a centrocampo, buchi clamorosi nei quali gli avversari sguazzano (vedere i due gol della Juve oggi), seconde palle sempre ad appannaggio degli altri, difensori spesso lasciati a loro stessi. Cosa è rimasto della Fiorentina pre-Bove? Niente, tutto perduto, se non il risultato. Quello di Torino, intendiamoci, solo quello. Qualcuno potrà dire, ti sembra poco? Come disse qualcun altro: il risultato è tutto ed i primi risultatisti siete voi. Scusate ma… non ci avrete mai. Sono sbagliati gli estremi (Zeman, Terim, forse anche Italiano) ma sono sbagliati anche Trapattoni e Allegri. Va bene il singolo (De Gea, Kean) ma occorre anche una struttura, un gioco, una manovra, un piano B. E questo tocca a Palladino, sempre che sappia (o voglia) farlo. Ah dimenticavo… alla prossima c’è il Napoli primo in classifica, e non ci potrà essere sempre un difensore avversario che scivola e ti spalanca le porte del Paradiso. Uomo avvisato…