Open VAR: dalla scoperta del VAR agli episodi arbitrali più discussi

Con l’aiuto di Gianluca Rocchi, ex arbitro e designatore arbitrale, Open VAR analizza le decisioni arbitrali più controverse per fare chiarezza sui meccanismi del video assistente

Il girone d’andata del campionato è stato segnato da numerosi episodi arbitrali discussi, molti dei quali sono stati al centro dell’analisi di Open VAR, il programma di DAZN condotto con l’aiuto di Gianluca Rocchi. L’obiettivo è fare chiarezza sulle dinamiche del VAR e sulle casistiche che possono influenzare le decisioni arbitrali. È importante sottolineare che il VAR interviene solo per correggere chiari ed evidenti errori del direttore di gara, lasciando spazio al cosiddetto “margine di interpretazione” per situazioni ambigue.

Tra le casistiche più frequenti, il fallo di mano è spesso al centro di interpretazioni controverse. Un esempio significativo è il rigore assegnato al Monza contro il Cagliari nell’ultima giornata di campionato per un fallo di Makoumbou. Nonostante la traiettoria del pallone non fosse diretta verso la porta, il braccio del difensore era in una posizione non naturale, giustificando così la decisione. La regola prevede che il tocco con il braccio sia punibile se non giustificato dai movimenti del corpo in quella situazione specifica, e in questo caso il VAR ha confermato correttamente la scelta dell’arbitro.

Il VAR può intervenire anche sui gravi falli di gioco, come tackle pericolosi o interventi con vigoria sproporzionata. In Genoa-Hellas Verona (3ª giornata), ad esempio, manca un netto cartellino rosso a Frendrup per un intervento che avrebbe messo a rischio l’incolumità dell’avversario. Lo stesso si può dire per un fallo di Harroui che, nella stessa giornata, è stato punito solo con un giallo. Entrambi gli episodi hanno sollevato interrogativi sull’uso del VAR per valutare l’entità dei contrasti.

Alcuni errori del girone d’andata hanno avuto un impatto significativo sull’esito delle partite. In Genoa-Roma (4ª giornata), un intervento di De Winter su Dybala non è stato sanzionato con il rigore, nonostante il contatto evidente sul piede dell’argentino prima del tocco sulla palla. Episodio analogo in Monza-Roma (7ª giornata), dove un chiaro step on foot su Baldanzi è stato ignorato dall’arbitro La Penna e dal VAR, lasciando i giallorossi senza un rigore che avrebbe potuto cambiare la partita.

DOGSO: quando il rosso è questione di dettagli

Il concetto di DOGSO (Denial of an Obvious Goal-Scoring Opportunity) è centrale per valutare le situazioni da cartellino rosso. Siamo in presenza di un DOGSO quando vengono soddisfatte quattro diverse condizioni: il possesso del pallone; la distanza dalla porta avversaria; la direzione complessiva dell’azione (e quindi della palla); il numero dei difendenti in grado di intervenire se non si verificasse il fallo. In Bologna-Juventus, ad esempio, Kalulu non è stato espulso per un intervento su Odgaard (in realtà manca un giallo per il francese), poiché mancava il controllo del pallone, requisito fondamentale per configurare il DOGSO. In questi casi, il VAR non può intervenire, poiché si tratta di una valutazione legata al regolamento e non a un errore chiaro ed evidente.

Nell’11ª giornata, il Monza ha subito un errore arbitrale significativo contro il Milan. Un gol di Dany Mota è stato annullato per una presunta trattenuta di Bondo su Theo Hernandez. Il contatto era minimo e non giustificava l’annullamento della rete, ma il VAR non è potuto intervenire, poiché l’intensità del tocco rientra nelle valutazioni soggettive dell’arbitro di campo. Sempre nell’11ª giornata, Hellas Verona-Roma ha visto un altro episodio controverso. Magnani si è liberato della marcatura di Ndicka con un pugno prima di segnare il gol del momentaneo 2-1. L’arbitro non ha ravvisato il fallo e il VAR non è intervenuto, lasciando spazio a proteste legittime da parte della Roma, penalizzata da un errore evidente.

Rigore dubbio in Cagliari-Atalanta - www.goalist.it
Rigore dubbio in Cagliari-Atalanta – www.goalist.it

Necessità di una maggiore uniformità nelle scelte arbitrali

Nel match tra Cagliari e Atalanta (16ª giornata), un cross di Deiola è stato intercettato con il braccio da Kossounou in area. Nonostante il contatto fosse evidente e punibile, l’arbitro e il VAR hanno deciso di non assegnare il rigore. La scelta è stata giudicata errata, poiché il difensore aveva il braccio in una posizione irregolare che ne aumentava il volume.

L’ultimo episodio analizzato riguarda Milan-Roma (18ª giornata), dove Reijnders è stato travolto in area da Pisilli. L’intervento del romanista non è stato sanzionato né dall’arbitro né dal VAR, nonostante fosse evidente che l’olandese fosse ancora orientato verso il pallone e il possibile sviluppo dell’azione. Un rigore mancato che ha sollevato polemiche tra i tifosi rossoneri. Grazie all’analisi dettagliata di Open VAR, questi episodi dimostrano l’importanza di una maggiore uniformità e chiarezza nell’utilizzo del video assistente, per ridurre al minimo gli errori che influenzano le partite.