Quest’anno doveva segnare l’inizio della “rivoluzione” all’interno della Juventus, a livello di gioco e di risultati. Ma è successo realmente?
Thiago Motta doveva portare una ventata d’aria fresca, con un gioco dominante e risultati migliori rispetto a quello che in molti davano come un allenatore finito, superato, come Massimiliano Allegri.
Eppure, per ora, i punti in campionato, dopo 21 giornate, sono solamente 37, rispetto ai 52 della scorsa stagione. La Juve si trova al quinto posto, mentre la scorsa stagione era al secondo, a – 2 dall’Inter capolista (quest’anno sarebbe prima, visti i 50 punti del Napoli). Dunque, a livello di risultati, siamo molto sotto.
Si pensava a un gioco spumeggiante, divertente, che portasse a segnare dei gol piuttosto che a non prenderli, ma i dati dicono tutt’altro. Solo 34 i gol fatti (quinto miglior attacco), mentre i gol subiti sono 17 (seconda miglior difesa).
Altro dato significativo è quello delle 0 sconfitte. Si potrebbe pensare a un qualcosa di molto positivo, eppure i 13 pareggi sono lì a spiegare i punti molto minori rispetto alla passata stagione.
Il gioco della Juventus è un lungo e sterile possesso palla di consolidamento piuttosto che di proiezione offensiva, atto, appunto, più a non prendere gol che a farlo.
Ma allora perché Thiago Motta è stato esaltato come il “paladino del bel gioco” ?
Probabilmente perché lo scorso anno alcuni hanno visto soltanto le partite più brillanti del Bologna, magari quelle contro le big, nelle quali si aprivano spazi e quel tipo di gioco diventava effettivamente spettacolare, mentre alcuni pareggi sterili contro squadre di bassa classifica (sì, avvenivano anche la passata stagione) non sono stati considerati.
Dunque, è ampiamente possibile che, con il tempo, Thiago possa fare bene o anche benissimo, ma per ora sicuramente tutto dice che sta facendo peggio del suo tanto vituperato predecessore.
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