Terrorismo durante la partita: sugli spalti succede di tutto | Le immagini fanno il giro del web

Illustrazione di alcuni tifosi spaventati (Depositphotos)

Illustrazione di alcuni tifosi spaventati (Depositphotos FOTO) - goalist.it

Ciò che è successo sugli spalti è incredibile, molte persone rimangono perplesse. E’ successo di tutto e di più.

Il calcio è da sempre uno sport capace di unire milioni di persone, ma purtroppo ha anche attirato l’attenzione del terrorismo.

Gli stadi, con la loro folla e la visibilità mediatica, sono stati spesso considerati bersagli simbolici da gruppi estremisti. Gli attacchi legati alle partite non sono solo un rischio teorico, ma una triste realtà che ha segnato la storia recente.

Uno degli episodi più noti è l’attacco allo Stade de France nel 2015, durante un’amichevole tra Francia e Germania. Alcuni kamikaze cercarono di entrare nello stadio con esplosivi, ma furono fermati ai controlli. 

Il terrorismo legato al calcio non si limita solo agli stadi. In alcuni paesi, squadre e tifosi sono stati presi di mira per motivi politici o religiosi.

Il calcio come vetrina internazionale

Il calcio è passione, tifo, identità. Ma a volte diventa anche un megafono per messaggi che vanno ben oltre il campo. Gli stadi, con la loro visibilità enorme, sono spesso utilizzati per lanciare segnali politici, provocazioni o, nei casi peggiori, vere e proprie dichiarazioni di guerra ideologica. Non è una novità che le tifoserie organizzate, in alcuni paesi, siano profondamente intrecciate con movimenti politici o gruppi estremisti.

Quando succede, la polemica è inevitabile. Bandiere, striscioni e coreografie possono trasformarsi in strumenti per esprimere sostegno a cause controverse, con conseguenze che vanno ben oltre la partita. È un confine sottile tra libertà di espressione e messaggi pericolosi, e ogni volta si riaccende il dibattito: lo stadio deve rimanere un luogo di sport o è inevitabile che rifletta anche le tensioni della società?

Illustrazione della gigantografia mostrata allo stadio (frame video Sport Mediaset profilo Instagram
Illustrazione della gigantografia mostrata allo stadio (frame video Sport Mediaset profilo Instagram FOTO) – goalist.it

Una particolare coreografia

Ed è proprio quello che è successo in Tunisia, dove i tifosi del Club African hanno creato una coreografia che ha fatto il giro del mondo. Sugli spalti è apparsa l’immagine di Yahya Sinwar, l’ex capo di Hamas ucciso a Gaza dall’esercito israeliano. Un gesto che ha immediatamente scatenato reazioni fortissime, con accuse di apologia del terrorismo e tensioni a livello internazionale.

Le immagini hanno invaso il web e hanno diviso l’opinione pubblica. Per alcuni era solo un’espressione politica, per altri un messaggio inaccettabile in un contesto sportivo. Una cosa è certa: il calcio, ancora una volta, si è trasformato in un campo di battaglia simbolico, in cui le rivalità non si giocano più solo sul terreno di gioco, ma anche sugli spalti, tra bandiere, cori e messaggi che lasciano il segno.