La maglia dello scudetto in cambio di un passaggio | Così è fuggito l’idolo romanista

Illustrazione della Roma vincitrice dello scudetto (Wikipedia FOTO)

Illustrazione della Roma vincitrice dello scudetto (Wikipedia FOTO) - goalist.it

La notizia ha creato un certo scalpore, ma anche una certa ilarità tra i tifosi. L’idolo è fuggito in questa maniera.

Certo, il calcio regala spesso storie curiose, e una di queste è quella dei calciatori che si trovano a fuggire da situazioni assurde. Non parliamo solo di cambi di squadra, ma di vere e proprie fughe rocambolesche che sembrano uscite da un film d’azione!

Ci sono giocatori che hanno dovuto lasciare il paese in fretta e furia per guerre o crisi politiche. Uno dei casi più noti è quello di Samuel Eto’o, che raccontò di aver lasciato la sua casa in Camerun per inseguire il sogno del calcio, ma anche per scappare da una realtà difficile. 

Poi ci sono le fughe più “sportive”, come quelle dai tifosi inferociti. Ad esempio, Mario Balotelli ha vissuto episodi di tensione incredibile con i fan di alcune squadre italiane, tanto da rendere necessarie vere e proprie fughe dai centri sportivi.

E infine, ci sono le fughe per sfuggire a contratti vincolanti o dirigenti troppo pressanti. Pensa a calciatori che lasciano squadre senza preavviso per approdare in club più prestigiosi o semplicemente per salvaguardare la propria carriera.

L’inizio di una favola calcistica

Questo calciatore, di cui vi sveleremo il nome a breve, era conosciuto per la sua tecnica sopraffina e un carattere enigmatico. Arrivò in Italia nel 1998, quando il Perugia lo acquistò per 3 milioni di dollari. All’inizio sembrava solo una trovata pubblicitaria per attirare l’attenzione sul calcio estero, ma ci mise poco a far ricredere tutti. Al debutto contro la Juventus segnò una doppietta che lasciò tutti a bocca aperta: altro che operazione di marketing, era un talento vero.

Poi, nel gennaio del 2000, il grande salto: approdò alla Roma. Qui, però, le cose si fecero più complicate. In mezzo a una squadra di stelle, con una concorrenza agguerrita, faticava a trovare spazio. Fece discutere un episodio durante il ritiro estivo, quando su un blog rispose a un tifoso che avrebbe lasciato il club se non avesse giocato abbastanza. E infatti, le sue presenze furono poche: appena quattro partite da titolare e un gol contro l’Udinese. Ma il destino aveva in serbo per lui un momento indimenticabile. Hidetoshi Nakata è stato un calciatore incredibile!

Nakata nel 2012 (Eikipedia norio nakayama)
Nakata nel 2012 (Eikipedia norio nakayama FOTO) – goalist.it

Un particolare episodio

La svolta arrivò nella partita decisiva contro la Juventus. La Roma era sotto di due gol, e Nakata entrò al posto di Totti. Non solo riaprì la partita con una grande giocata, ma contribuì all’azione del pareggio di Montella. Quella partita segnò la strada per lo scudetto della Roma, ma fu anche l’inizio della fine della sua avventura in giallorosso. Nakata, nonostante il suo contributo, continuava a sentirsi un outsider.

E poi c’è quell’aneddoto che ancora oggi fa sorridere i tifosi: la fuga dalla festa scudetto del 2001. Mentre i suoi compagni festeggiavano rumorosamente, lui se ne stava in un angolo a leggere un libro, visibilmente a disagio con tutto quel baccano. Alla fine, stanco di tutto, si avvicinò a un pompiere, gli consegnò la sua maglia e chiese un passaggio per andarsene. Un gesto che racconta tanto del suo carattere schivo e riservato. Poco dopo lasciò la Roma per andare al Parma, chiudendo il capitolo giallorosso con un addio che fu silenzioso, ma incredibilmente autentico, proprio come lui.