Lite sugli spalti, tifoso estrae una pistola | Carabinieri costretti ad intervenire

Alcuni tifosi arrabbiati (Depositphotos)

Alcuni tifosi arrabbiati (Depositphotos FOTO) - goalist.it

I tifosi sono passati “alle maniere forti”, con l’estrazione di una pistola. La situazione si è calmata con l’arrivo dei carabinieri.

Il calcio dovrebbe essere passione, tifo e spettacolo, ma purtroppo ci sono tifosi che trasformano tutto in violenza. Dentro e fuori dagli stadi si vedono scene da film d’azione, con scontri, accoltellamenti e, in casi estremi, persino armi da fuoco.

Ci sono episodi assurdi, come i gruppi organizzati che si danno appuntamento per combattere nelle periferie, lontano dagli occhi delle forze dell’ordine. Alcuni portano bastoni, altri persino pistole, trasformando la rivalità calcistica in una guerra senza senso.

Gli stadi stessi non sono al sicuro. A volte il caos esplode sugli spalti: lanci di fumogeni, invasioni di campo, aggressioni ai giocatori o agli arbitri. In alcune parti del mondo, gli ultras controllano intere curve e decidono chi può tifare e chi no.

Alla fine, tutto questo rovina il calcio. Quelli che dovrebbero essere 90 minuti di passione si trasformano in atti di pura follia. E mentre i veri tifosi cercano solo di godersi la partita, c’è sempre qualcuno che preferisce giocare alla guerra.

Il calcio e la follia sugli spalti

Il calcio dovrebbe essere un gioco, un’occasione per stare insieme, tifare, vivere emozioni forti e magari discutere animatamente con gli amici al bar. Eppure, sempre più spesso, le tribune si trasformano in scenari di violenza, dove la passione sportiva degenera in atti assurdi e fuori controllo. Non si tratta solo di cori offensivi o scaramucce verbali, ma di vere e proprie escalation che sfociano in risse, minacce e, nei casi peggiori, armi che spuntano all’improvviso.

Quello che una volta era folklore, magari condito da un po’ di rivalità accesa, oggi rischia di diventare una zona di pericolo. Tifosi che si affrontano come se fossero in guerra, genitori che perdono completamente il senso della misura e invece di dare il buon esempio ai figli si rendono protagonisti di episodi grotteschi. Ma quello che è successo a Beverino, in provincia di La Spezia, ha superato davvero ogni limite.

Illustrazione di alcuni tifosi pronti alla rissa (Depositphotos)
Illustrazione di alcuni tifosi pronti alla rissa (Depositphotos FOTO) – goalist.it

La pistola sugli spalti

Il fatto è accaduto il 30 gennaio 2025, durante una partita tra Intercomunale Beverino e Sammargheritese, valida per il campionato di Promozione. In campo tutto perfetto: match corretto, rispetto tra giocatori e dirigenti, persino le solite strette di mano a fine gara. Ma sugli spalti la situazione è degenerata. A scatenare il caos è stata una lite tra due tifosi, uno dei quali padre di un giocatore di casa, ha tirato fuori una pistola, minacciando il rivale con parole che non lasciavano molto spazio all’immaginazione.

A quel punto è scoppiato il panico. La tribuna si è svuotata nel giro di pochi secondi, la gente ha iniziato a fuggire e qualcuno ha subito chiamato i carabinieri. Quando le forze dell’ordine sono arrivate, però, l’uomo armato non era più lì: era tornato a casa con il figlio. Rintracciato poco dopo, è stato denunciato per procurato allarme e minaccia aggravata. L’arma, per fortuna, si è rivelata essere una semplice scacciacani, priva del tappo rosso obbligatorio per legge, e quindi facilmente confondibile con una pistola vera. Nel frattempo, la società Intercomunale Beverino ha preso le distanze dall’accaduto con un messaggio ufficiale su Facebook, ribadendo il suo impegno per un calcio più sano e privo di violenza.