Le giovanili della Juve e la Serie C, oggi gioca in Prima Categoria | Nel grande calcio non ha sfondato

Illustrazione del logo della Juve (Pixabay FOTO) - goalist.it
Era una promessa del calcio, eppure la trafila è stata difficile. Dalla serie C è finito nelle serie più basse. Cos’è successo?
Il calcio sa essere crudele. Ci sono giovani talenti che crescono nelle giovanili di grandi squadre, sognano la Serie A, ma poi finiscono a giocare nei dilettanti. A volte per scelte sbagliate, altre per sfortuna o semplicemente perché non erano pronti per il grande salto.
Un esempio è Davide Petrucci, ex promessa della Primavera della Roma, che a 16 anni venne preso dal Manchester United. Sembrava destinato a una grande carriera, ma dopo anni di prestiti e poche occasioni, ha iniziato a scendere di categoria fino ad arrivare nei campionati minori.
Un altro caso è quello di Federico Macheda, che da giovanissimo segnò un gol memorabile con il Manchester United. Sembrava l’inizio di una carriera da top player, invece ha iniziato un lungo girovagare, finendo a giocare anche nelle serie minori di Grecia e Cipro.
Poi c’è Ravel Morrison, considerato uno dei migliori talenti delle giovanili dello United. Persino Ferguson ne parlava come di un predestinato. Problemi disciplinari e scelte sbagliate lo hanno portato lontano dal grande calcio, fino a finire in campionati semi-professionistici.
Dal sogno della Serie A ai campi di provincia
Nel calcio ci sono storie che sembrano scritte per il successo, con giovani talenti che crescono nei settori giovanili di grandi squadre e si preparano a un futuro luminoso tra i professionisti. Ma non sempre le cose vanno come previsto. Ci sono giocatori che sfiorano la grande occasione, la vedono scivolare via e si ritrovano a dover ripartire da zero, lontano dai riflettori.
Uno di questi è Alexander Caputo, difensore classe 1993, cresciuto nel vivaio della Juventus. Dopo il passaggio alla Primavera del Palermo, arriva il grande salto tra i professionisti: prima la FeralpiSalò in Serie C, poi il Pisa, dove condivide lo spogliatoio con giocatori che oggi militano in Serie A, come Ivan Provedel ed Edoardo Goldaniga. Il momento più alto della sua carriera arriva il 10 novembre 2013, quando segna il suo primo (e unico) gol tra i professionisti contro il Benevento.

La seconda parte di carriera
Ma il destino gli gioca un brutto scherzo. Dopo quel gol, arriva l’incubo: un brutto infortunio al ginocchio, con rottura del menisco, distrazione del collaterale e detensionamento del crociato. Un colpo durissimo, che lo tiene fermo per quasi un anno e spezza la sua crescita. Quando torna in campo, le cose non sono più le stesse.
Prova a rilanciarsi in Slovenia con il Nova Gorica, poi in Ungheria al Tatabanya, ma il grande calcio ormai è sfumato. Rientra in Italia e inizia a scendere di categoria: Serie D, Promozione, Eccellenza. Dal 2019 gioca nel Piossasco in Seconda Categoria, dove è diventato una vera e propria bandiera. La sua miglior stagione è stata la 2023/24, con 19 presenze e 6 gol, numeri importanti per un difensore. Oggi, a 31 anni, gioca ancora, ma senza più pensare ai grandi palcoscenici.