Pugni e bastonate all’avversario: squalifica lunghissima | Torna direttamente l’anno prossimo

Un arbitro con il cartellino rosso (Depositphotos FOTO) - goalist.it
Purtroppo ciò che è accaduto è inaudito ed arriva una squalifica lunghissima. Per quest’anno ha smesso di giocare.
Nel calcio, le squalifiche possono essere severe, ma alcune restano nella storia per la loro lunghezza. I giocatori più irruenti, a volte, pagano caro il prezzo di un gesto di pura follia sul campo.
Uno dei casi più celebri è quello di Eric Cantona, che nel 1995 prese una squalifica di otto mesi per aver sferrato un calcio volante a un tifoso avversario. Un episodio assurdo che ancora oggi viene ricordato come uno dei momenti più folli del calcio inglese.
Poi c’è Paolo Di Canio, che nel 1998 venne squalificato per 11 giornate dopo aver spinto l’arbitro Paul Alcock, facendolo cadere in modo goffo. Un gesto di frustrazione che gli costò caro, diventando uno dei provvedimenti più severi della Premier League.
Ancora più lunga fu la punizione per Luis Suárez, che nel 2014 venne fermato per quattro mesi dopo aver morso Giorgio Chiellini ai Mondiali. Non era nemmeno la prima volta: l’attaccante uruguaiano era già stato squalificato per episodi simili in passato.
Rabbia e conseguenze
Ci sono momenti in cui la tensione supera ogni limite, quando la delusione si trasforma in rabbia e l’autocontrollo si sgretola. È in quei momenti che si rischia di commettere gesti di cui poi ci si pente amaramente. Nel calcio, uno sport che vive di emozioni forti, a volte la frustrazione prende il sopravvento, e le conseguenze possono essere pesantissime.
Per alcuni giocatori, la passione e l’agonismo diventano un’arma a doppio taglio. Basta un attimo per trasformarsi da atleta a protagonista di una brutta storia. Ed è esattamente quello che è successo a Salvatore Manfrelotti, attaccante del Sant’Agata, che si è ritrovato al centro di un episodio incredibile.

La squalifica e l’aggressione
Lo scorso 22 settembre, al termine della sfida tra Sant’Agata e Reggina (1-3), la situazione è degenerata. Manfrelotti, classe 1996, ha perso completamente il controllo e si è reso protagonista di un’aggressione violenta ai danni del difensore avversario Domenico Girasole. Secondo le ricostruzioni, l’attaccante avrebbe colpito Girasole con un bastone prima di sferrargli un pugno, provocandogli un trauma cranico.
Un episodio gravissimo, che la giustizia sportiva non ha potuto ignorare. Il verdetto è stato severo: sei mesi di squalifica. Una punizione esemplare per un gesto inaccettabile, che ha lasciato il segno non solo sulla vittima, ma anche sulla carriera di Manfrelotti. Un attimo di follia può costare carissimo, e questa vicenda ne è l’ennesima conferma.