Moto GP in lacrime, il pilota appende il casco al chiodo | “Smetto di correre”

Illustrazione di una griglia di partenza (Depositphotos FOTO) - goalist.it
Purtroppo è arrivato anche il suo turno. Nessuno si sarebbe mai aspettato una cosa del genere, eppure molti sono sconvolti.
Il ritiro dei piloti di MotoGP è un evento che segna la fine di una carriera che, spesso, ha visto sacrifici enormi e vittorie indimenticabili. La MotoGP è uno sport estremo, dove il rischio è sempre dietro l’angolo, e molti piloti, nonostante l’amore per la velocità, decidono di fermarsi quando il corpo comincia a dare segnali di stanchezza.
Uno dei ritiri più emozionanti è stato quello di Valentino Rossi, che nel 2021, dopo 26 stagioni nella classe regina, annunciò l’addio al motomondiale. Rossi ha scritto la storia della MotoGP, vincendo sette titoli mondiali e diventando un’icona globale.
Anche Casey Stoner, campione del mondo nel 2007 e 2011, decise di lasciare la MotoGP nel 2012, quando aveva ancora tanta qualità da vendere. Nonostante fosse giovane, Stoner sentiva che il suo corpo non riusciva più a sostenere la pressione fisica delle gare.
Nel 2022, invece, Jorge Lorenzo, dopo aver vinto tre mondiali, ha deciso di abbandonare le corse a 32 anni. La sua carriera, segnata da alti e bassi, è stata comunque ricca di successi e emozioni.
Una scelta difficile
Nel mondo delle corse, c’è un momento in cui un pilota capisce che è ora di fermarsi. Non è mai facile, perché la velocità è parte della loro vita, il paddock è casa, il casco diventa quasi un’estensione del corpo. Eppure, arriva un giorno in cui si prende una decisione che pesa come un macigno. È quello che è successo a Tatsuki Suzuki, che ha deciso di dire addio alle corse a soli 27 anni.
L’annuncio è arrivato all’improvviso, senza anticipazioni o voci di corridoio. Nessun segnale che facesse pensare a un addio imminente. Con un video su YouTube e un post sui social, Suzuki ha ripercorso la sua carriera e ha spiegato il motivo della sua scelta. Un messaggio breve ma pieno di emozioni, che ha colpito tutti quelli che lo hanno seguito in questi anni.

Una nuova strada
Le sue parole sono state sincere e dirette. “Quest’anno smetto di correre. Sono stato pilota per 20 anni e questa decisione non è stata facile” ha detto, aggiungendo anche di aver comunque realizzato il suo sogno. Un addio che ha il sapore della malinconia, ma anche della consapevolezza di voler guardare avanti.
Suzuki, il giappo-riccionese come lo chiamano affettuosamente nel paddock, ha lasciato il segno in Moto3. Ha corso con CIP, poi con il SIC58, Leopard e infine con IntactGP, portando a casa 3 vittorie, 8 podi e 7 pole position. Non sarà stato un campione del mondo, ma è stato un pilota amato, rispettato e sempre combattivo. Ora si apre un nuovo capitolo per lui, lontano dalle piste, ma con la stessa determinazione che lo ha sempre contraddistinto.