L’Inter, la nazionale e i gol: poi un’amara scoperta lo ha distrutto | “Trattato come un mafioso”

Illustrazione del logo dell'Inter (Pixabay FOTO) - goalist.it

Illustrazione del logo dell'Inter (Pixabay FOTO) - goalist.it

La sua carriera è stata devastante, con tanti gol all’attivo ed è stato amato da tutti. Alla fine, invece, è successo l’esatto contrario.

Ci sono stati tanti calciatori che hanno segnato valanghe di gol o avuto carriere leggendarie, solo per essere scaricati senza tanti complimenti. La riconoscenza nel calcio, a volte, dura meno di una stagione.

Basti pensare a Raúl, simbolo del Real Madrid per 16 anni, miglior marcatore della storia del club fino all’arrivo di Cristiano Ronaldo. Eppure, nel 2010, il Madrid lo ha lasciato andare senza troppi onori, costringendolo a chiudere la carriera lontano da casa.

Un altro esempio è Iker Casillas, portiere che ha vinto tutto con il Real e la Spagna. Dopo anni da leggenda, finì ai margini e se ne andò al Porto tra lacrime e silenzi imbarazzanti da parte del club. 

Anche Gabriel Batistuta, re del gol con la Fiorentina, dopo anni di amore incondizionato, fu ceduto alla Roma perché la società non riusciva più a supportare le sue ambizioni. Ha vinto uno scudetto, ma ha sempre detto che avrebbe voluto farlo con la Viola.

Tutto sotto controllo (?)

Nel 2006, Christian Vieri scopre qualcosa di assurdo: tra il 1999 e il 2004 è stato pedinato e intercettato su ordine dell’Inter. Ogni giorno, quattro-sei persone seguivano ogni suo movimento, 24 ore su 24. Non si trattava solo di controlli sporadici, ma di un vero e proprio monitoraggio costante. Come se non bastasse, erano state attivate anche intercettazioni telefoniche.

Il tutto senza una vera ragione apparente. “Trattato come un mafioso” (fonte: Chiamatemi Bomber), un trattamento che si riserva ai criminali, non certo a un calciatore che, nel frattempo, continuava a dare tutto in campo. Quando lo scopre, Vieri rimane incredulo. Non aveva nulla da nascondere e non aveva mai dato motivi per essere sospettato. Ma qualcuno, evidentemente, la pensava diversamente.

Vieri nella stagione 2007 2008 (Wikipedia Roberto Vicario - Fiorentina Empoli (9)) - goalist.it
Vieri nella stagione 2007 2008 (Wikipedia Roberto Vicario – Fiorentina Empoli (9)) – goalist.it

Il paradosso

In quegli anni, Vieri era tra i migliori attaccanti del mondo. Segnava quasi un gol a partita, rifiutava offerte da club europei di primo livello e restava all’Inter, pur senza vincere nulla. Non aveva mai fatto mancare il suo impegno, anche nei momenti più difficili, quando avrebbe potuto scegliere una strada più facile. Eppure, mentre si spaccava per la squadra, la società lo metteva sotto controllo, come se ci fosse qualcosa di losco da scoprire.

Alla fine, tutto quel lavoro di sorveglianza non porta a nulla. L’unica cosa emersa è che a Vieri piaceva andare forte in macchina, dettaglio che non aveva mai nascosto a nessuno. Questo rende ancora più assurdo tutto il contesto: mentre lui si sacrificava per l’Inter, la società investiva tempo e risorse per controllarlo, invece di concentrarsi su altri problemi. Per lui, la delusione è enorme.